AVANTI COESI E DETERMINATI
Ed al fin giungemmo!! Vi sono frasi latine come queste: motus
in fine velocior e cupio dissolvi, quest’ultima attribuita a San Paolo nella
prima lettera ai Filippesi, che in parole povere significano la prima: l'intensificarsi
di un'azione verso la sua fine e la seconda “ desidero morire alias il desiderio di essere sciolto dal corpo”
Siamo prossimi al 20 di luglio e quindi la finestra per le
votazioni nel mese di ottobre sta per chiudersi. Si sapeva che tra i due vice
presidenti del consiglio fosse stato celebrato come dire un matrimonio di
convenienza officiato dal sommo
sacerdote Giuseppe Conte chiamato a far le sintesi e da paciere, ma le
situazioni si sono aggravate trascinandosi da tempo. Ora non si attende che il
bollettino medico che annunci la fine dei contendenti ai quali potrebbero
essere espiantati gli organi per essere impiantati su scalpitanti desiderosi di
novella vita. Leggasi Movimento Cinque Stelle – PD!!!
Mi si dice che questa comunque è democrazia, teoricamente lo
è, ma quanti compromessi, quante lotte intestine ed alla luce del sole, quanti
agguati, quanti tradimenti, quanti sotterfugi per non parlare dei reati di
corruzione, concussione et similia!
La democrazia dovrebbe essere quella delle idee, mentre quella
che la modernità vive è quella dei numeri che molti, me compreso definiscono “la
dittatura dei numeri”. Si votava per stabilire se Ruby Rubacuori fosse la
nipote di Mubarak ed il parlamento italiano deliberò di esserla. Il Senato
conferma il voto della Camera dei Deputati: Karima El Marough, in arte Ruby
Rubacuori è la nipote dell'ex Presidente egiziano Mubarak. . Anche uno
sprovveduto totale avrebbe capito che non lo era, non poteva esserlo eppure i
numeri decretarono il contrario.
Torniamo a noi! Giuseppe Conte ha stabilito di essere non
solo il “primus inter pares “ ma anche il “ deus ex machina “, ha deciso di
interpretare il pensiero e le opere del suo vice Matteo Salvini ed al suo posto
si presenterà in aula per riferire. Mai sentita una cosa del genere e nemmeno
immaginabile. Giuseppe andrà in aula per rifarsi al discorso funebre di Marco Antonio
sul corpo di Cesare “Amici, Romani, compatriotti, prestatemi orecchio; io vengo
a seppellire Cesare, non a lodarlo” oppure per ribadire “ andiamo avanti coesi
e pacifici per il supremo bene dell’Italia. Staremo a vedere. Alias finale a
tarallucci e vino !! ( tipicamente italiano )
Nella palude italica si spera nell’uomo forte, quasi lo si
invoca e quando questi arriva si teme per l’incerto domani, per i pericoli di tale
fermezza in casa ed in Europa. Si ritorna quindi borbottando nella palude dove
pur sempre vivono pesci e bisce, qualcuno ci guadagna e brinda alla democrazia,
mentre altri continuano nel loro tran tran pensando che “ si stava meglio
quando si stava peggio”
Amen!
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