ANCORA SULLE NUOVE FARLOCCHE AMBIENTAZIONI OPERISTICHE
Nel dormiveglia pomeridiano mi
son visto intento a scrivere una lettera a Vito Lo Re, direttore d’orchestra,
con un suo canale You Tube attraverso il quale racconta tante esperienze
personali e del mondo cui appartiene deliziando gli appassionati. Io sono un
suo fan ! Ho visto tante clip riguardanti disastri in alcune rappresentazioni
che hanno riguardato cantanti, scenografi ed anche direttori di orchestra.
Il suo sito you tube da visitare
è: https://www.youtube.com/@Vito_Lo_Re
Una sua affermazione in ordine
alla abusata diversa ambientazione (
molte idee nuove vanno apprezzate quia sic dicit ) non mi ha trovato d’accordo
e voglio esprimere il mio modestissimo ed ininfluentissimo parere.
Io appartengo alla categoria dei
melomani ( canto + pazzo ) di una volta. Avevo poco più di 10 anni ( ora ne ho
quasi 87 ) e mio nonno – che Dio l’abbia in gloria - il
sabato sera in occasione delle trasmissioni radio di un’opera lirica, spegneva
le luci in camera lasciandone una tenue nel corridoio riproponendo quello che si
sarebbe visto in teatro, raccontando poi a me ed ai miei fratelli ancor più
piccoli la trama dell’opera in modo che potessimo capirne l’argomento. Ricordo
che in occasione di una Bohème quando la povera Mimì si accingeva a lasciare
questo mondo, lui andava da solo nel corridoio per piangere di nascosto!!
Questo per dire che il mio animo era sensibilizzato a questo mondo artistico.
Fatta questa premessa dico subito che la così detta nuova ambientazione deve
assolutamente rispettare il mondo che il librettista e soprattutto il
compositore hanno descritto nei minimi particolari. Ci sono ben 117 modi di
immaginare una stanzetta leggermente squallida e senza riscaldamento con la
luna che fa capolino da una larga finestra ( Bohéme ) e 27 modi di immaginare e
confezionare costumi di scema. Ricordo che una volta gli applausi degli
spettatori erano fatti alla scena che appariva al primo alzar del sipario!
E vado con un altro aneddoto
personale ( abbiate pietà ). Nel 1956, poco più che ventenne, mio zio Alfredo
mi portò alla Scala per vedere una Tosca, che a
distanza di questi lunghissimi anni, è ancora viva nella mia mente.
GIUSEPPE DI STEFANO, RENATA TEBALDI, PAOLO SILVERI, direzione VICTOR DE
SABATA!!!!!!!!!!!!
Ecco la sensazione che provai
allorquando all’inizio del terzo atto sugli spalti di Castel Santangelo fecero
sventolare una maestosa bandiera dello Stato Pontificio; in cielo le nubi
- alle cinque o sei del mattino –
cambiavano forma e colore e le stelle scomparivano qua e là per dar posto al
sorgente sole. La scena era così viva e reale che inavvertitamente mi alzai il
bavero della giacca! Come si fa ad ambientare questa scena nel cortile della
gestapo? Venne poi il soprintendente Ghiringhelli ad omaggiare mio zio
all’epoca direttore del Banco di Napoli qui a Milano (e che con me utilizzava
il palco destinato alla direzione della banca), per farci notare di essere
andato dalla Tebaldi per dirle di flettere leggermente le gambe perché Di
Stefano era più basso di lei !!! Ah la perfezione!!! In un’altra occasione in una rappresentazione della Carmen al
teatro San Carlo di Napoli sgranai gli occhi per cercare di trovare un difetto
anche piccolissimo nella scena che rappresentava il monte coperto di neve e non
ne trovai uno, uno soltanto! Anche qui la perfezione era di casa!
Non c’è assoluto bisogno di nuove
farlocche ambientazioni. Ieri o ier l’altro la Cina ha mandato un suo
equipaggio sulla luna. Ed allora? Per celebrare questo evento straordinario
vogliamo ambientare la Bohéme sulla luna? E quando Rodolfo canta….e qui
la luna l’abbiamo vicina…. la frase verrebbe sostituita con….. e noi
siam qui sulla luna?
Ci sono riferimenti precisi a
fatti e circostanze per cui una ambientazione diversa da quella prescritta dal
librettista e dal compositore non coincide con la realtà. Questi registi,
ambientalisti ( non quelli ecologici ) vogliono far di testa loro giusto
appunto per farsi conoscere! Alcuni di essi sarebbero ancora dormienti se non
avessero scelto di violentare ogni cosa. Una Tosca nella caserma SS? E quando
Cavaradossi parla di Scarpia ? Scarpia! Bigotto satiro che affina colle
devote pratiche la foia libertina, e strumento al lascivo talento fa il
confessore e il boia! La vita mi costasse, vi salverò! Ma indugiar fino a notte
è mal sicuro...Forse Scarpia diventa un feldmareciallo - grado supremo
nella gerarchia militare? Insomma cambiare si può e si deve, ma mai e poi mai
trasferire armi e bagagli in posti inadeguati ed impensabili. Che dire di una
Butterfly ambientata in un postribolo?? O di uno Scarpia che voglioso di
possedere la povera Floria Tosca in disparte, ma ben visibile, si masturba?
Sic! Forse quella Tosca avrebbe dovuto essere vietata ai minori di quattordici
anni? C’è un limite a tutto, meno che al peggio! La colpa non è solo di questi
soggetti, ma anche e forse soprattutto di
chi li assolda!