ELOGIO DELLA NOIA
Gli antichi romani non
demonizzavano l’ozio – otium - che era un
desiderato momento di riposo e svago, da contrapporre al nogotium a sua volta assorbito dal desiderio di
assolvere ai propri compiti. L’ozio quindi era cura di sé e della propria
cultura.
E’ tempo di vacanza e nelle
prossime ore una marea di automobili invaderanno le autostrade, le strade
provinciali che portano al mare o ai monti, qualche altra conduce al riposante
lago.
Non sarà facile intraprendere
questa battaglia con moglie o marito a suggerire continuamente: attento, frena,
vai piano tanto non ci corre dietro nessuno senza vedere che dietro alla nostra
macchina vi è un camion che lampeggia chiedendo strada da almeno quindici
minuti!
I passeggeri guardano avanti non
tanto per vedere la strada o leggere i cartelli direzionali quanto per vedere
quanto distante sia la stazione di servizio per la solita fermata per i
bisognini e per prendere un caffè oppure un panino da offrire al conducente che non ne avvertiva alcun bisogno.
Sai il caffè è per tenersi svegli, ma alle undici del mattino come si può
dormire!!
C’è poi, durante la marcia, il
solito imbecille che ti precede sulla corsia di sorpasso e che senza motivo inchioda facendoti fare la
stessa manovra tra gli insulti di tutti i componenti la macchina.
Sfiniti, forse affamati, si arriva
alla meta che più che un arrivo sembra piuttosto una partenza! Si devono
portare in casa – di proprietà o affittata per l’occasione – le valige che una
volta depositate a terra ci si meraviglia come abbiano fatto ad entrare nel
bagagliaio demolendo il principio dell’impenetrabilità dei corpi!
La processione salmodiando entra in
casa, si dà corrente, si alzano le tapparelle e si distribuisce il bagaglio
nelle stanze destinate ad accoglierlo.
Tutti a fare pipì, ma il bagno è
unico e i momentaneamente esclusi cominciano a bussare alla sua porta come se si
dovesse aprire la porta santa!
Che si mangia? Nella borsa dei
viveri vi è certamente la bottiglia di olio, una testa di aglio, il peperoncino
ed un tozzo di pane fresco alla partenza, ma ora ripiegato su se stesso quasi
vergognoso di essere stato avvistato.
Nella borsa dei viveri vi sono
anche quattro pesche dure ( se fossero state mature in partenza sarebbero
arrivate a destinazione sotto forma di marmellata ) una decina di albicocche.
Beh tanto basta, domani si va al supermercato. Ci si è chiesto di rintracciare
la bottiglia di vino che da sola non poteva entrate nella borsa dei viveri, ma
che nessuno aveva detto di portare. Poco male, d’estate il vino fa male e quindi
è preferibile un bel bicchiere di acqua fresca che per raggiungere la
temperatura di almeno 20 gradi deve scorrere poco più di 20 minuti!
Dopo queste operazioni, si pensa a
fare i letti lasciando la sistemazione della cucina alle prime incombenze del
giorno dopo!
La stanchezza gioca brutti tiri ed
i letti sono fatti approssimativamente, lenzuola di sotto, quelle di sopra,
federe che non si trovano ed infine, comunque vada, ci si butta forse semi
svestiti sul letto e ci si dà appuntamento per il giorno dopo.
La casa la mettiamo in ordine nel
pomeriggio! ora si vada al mare per prenotare sdraio, lettino ed ombrellone
possibilmente in prima, massimo seconda fila altrimenti il mare non si vede ed
il suo odore viene coperto dall'olezzo delle numerose e confliggenti creme
solari!
Raggiunto lo scopo ci si siede non
tutti all'ombra perché l’ombrellone non è tanto grande, si mettono i piedi a
bagno, solo i piedi massimo i polpacci fino alle ginocchia perché pur essendo
ad agosto l’acqua è fredda.
Si torna sul lettino o sullo sdraio
ed ecco arriva il venditore di cocco: “ coccobello, COCCOBELLO “ poi il “vu
cumprà” che ti vuol vender un foulard nigeriano: si rifiutano tutte queste
offerte e ci si commuove poi vedendo un nero, ovviamente extra comunitario –
che trascina sulle sue spalle un intero negozio di abbigliamento e, scalzo,
percorre almeno una ventina di chilometri al giorno sulla sabbia infuocata!
Si torna a casa e ci si accorge che
nessuno ha preparato da mangiare. Che si fa? Ci si ricorda che proprio sotto
casa vi era un ristorantino mica male, cucina casalinga e prezzi modici. Ci si
lava, chi, trovando i capelli, si pettina e si va al ristorantino sotto casa che
nel frattempo si chiama IL NUOVO GOURMET. Il proprietario sembra lo stesso
dello scorso anno, anche il locale sembra uguale. Ci si fa coraggio e si entra.
Ci si siede, arriva il menù e presagendo
il peggio, lo si legge come un testo in arabo,
da destra verso sinistra e ci si accorge che, per non forare il budget soltanto
al primo giorno, si potrebbe prendere solo una pastina in brodo, un frutto ed
un caffè in due. Ma oramai si era in gioco e si va avanti fino alla fine.
Supermercato, acquisti, cucinare,
caldo asfissiante, sole accecante, ombrellone striminzito, sabbia nelle mani e
negli occhi, bagno di mare su un tappeto di alghe, sudore e quando si è arrivati
alla fine si ricomincia.
Ma queste sono vacanze?
Tornando a me!
Quest’anno, per la prima volta in
vita mia, sono rimasto a casa per tantissimi motivi, ma non mi dispiace per
niente. Tapparelle semi abbassate, condizionatore appena sostituito, grazie a
Silvia, condizionatore che nella modalità dry fa tanto freddo da doverlo
spegnere prima che mi congeli, lettura dei giornali su internet ( ho l’abbonamento
solo al Corriere della Sera ), ascolto musica, ad occhi chiusi ricordo le cose
belle, spero nella pioggia e mando a quel paese il meteorologo di turno che da un mesetto mi prende in giro
annunciandomi forti temporali anche con grandine sbagliando però di qualche
parallelo dal momento che le perturbazioni colpiscono Roma forse sperando che
qualche chicco ( mandarino ) di grandine colpisca un deputato onorevole o meno!
Hic manebimus optime!