OGNI POLITICA DOVRA' PIEGARE LE GINOCCHIA DAVANTI ALLA MORALE.
IMMANUEL KANT

La moralità non è propriamente la dottrina del come renderci felici, ma di come dovremo diventare degni di possedere la felicità. (Immanuel Kant )


Cicerone:
(106 a.C. 43 a.C. )

"LE FINANZE PUBBLICHE DEVONO ESSERE SOLIDE, IL BILANCIO DEVE ESSERE EQUILIBRATO, IL DEBITO PUBBLICO DEVE ESSERE RIDOTTO, L'ARROGANZA DELL'AMMINISTRAZIONE DEVE ESSERE COMBATTUTA E CONTROLLATA, E GLI AIUTI AI PAESI STRANIERI DEVONO ESSERE RIDOTTI AFFINCHÉ ROMA NON FALLISCA. LE PERSONE DEVONO ANCORA IMPARARE A LAVORARE INVECE DI VIVERE CON L'ASSISTENZA PUBBLICA.


La dittatura perfetta avrà sembianza di democrazia. Una Prigione senza muri nella quale i prigionieri non sogneranno di fuggire. Un sistema di schiavitù dove, grazie al consumo e al divertimento, gli schiavi ameranno la loro schiavitù. Aldous Huxley

Le regole di maggioranza funzionano solo se si considerano anche i diritti individuali: non si possono avere cinque lupi e una pecora che votano su cosa cucinare per cena. (Larry Flynt)

NON E' UNA COLPA DESIDERARE UN ATTIMO DI PACE ALMENO AL TRAMONTO DELLA VITA. ( JOHN LE CARRE' )

Quando a causa degli anni

non potrai correre, cammina veloce.

Quando non potrai camminare veloce, cammina.

Quando non potrai camminare, usa il bastone.

IL MEGLIO E' NEMICO DEL BENE!!

CONTRA FACTUM NON VALET ARGUMENTUM !!!


QUANTO E’ BELLA GIOVINEZZA CHE SI FUGGE, TUTTAVIA CHI VUOL ESSER LIETO SIA DI DOMAN NON V’è CERTEZZA



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sabato 29 febbraio 2020


ROCCO ED I SUOI ....FRATELLI!

Un campione di….salto in lungo è senza alcun dubbio Rocco Casalino che batte sulla striscia bianca del Grande Fratello ed atterra nella sabbia lontana conquistando il titolo di “ Addetto Stampa “ -  “ Spin Doctor” di niente po’ po’ di meno di un altro saltatore in lungo un tale Giuseppe Conte da Volturara Appula, per gli amici “ Giuseppi “!
Del resto pare che Giuseppi e Rocco  siano abili nel modificare a loro vantaggio i curricula. Rocco asserisce di aver acquisito un un titolo di Master in business administration (MBA) che sarebbe stato conseguito nel 2000 (lo stesso anno in cui aveva preso parte al Grande Fratello) presso la Shenandoah University a Winchester, nello stato della Virginia, negli Stati Uniti d'America; il titolo, che compariva anche in un profilo presente su LinkedIn, è stato smentito dalla stessa università.
Per quanto concerne Giuseppi ecco cosa viene fuori leggendo Wikipedia: Il 21 maggio 2018, quando il nome di Conte fu proposto al presidente Mattarella come candidato premier, il New York Times, indagando sui suoi soggiorni estivi alla New York University (NYU) elencati nel suo curriculum vitae ufficiale, ha pubblicato un articolo in cui si afferma che una portavoce della stessa università non ha trovato il nome di Conte nei documenti universitari. Dubbi simili sorsero riguardo al suo periodo di studio in Francia presso l'Università della Sorbona. Il giorno seguente, l'Associated Press ha riportato in un articolo pubblicato anche dal New York Times, che la portavoce della NYU ha aggiunto che "mentre il signor Conte non aveva uno status ufficiale alla NYU, gli è stato concesso il permesso di condurre ricerche nella biblioteca della NYU" durante il periodo indicato nel suo curriculum vitae.
Va bene, sono solo dimenticanze! Mi domando come un abile “ saltatore “ come lui abbia potuto mettersi nelle mani di Casalino per affidargli la sua comunicazione pubblica, le sue continue ed inutili partecipazioni a reti unificate, le sue dichiarazioni sconvolgenti  fatte e smentite a tempo di record. Un personaggio pubblico deve affidarsi ad uno spin doctor e/o ad un gost writer di notevole cultura e saggezza, più furbo dei furbi, non solo estremo conoscitore di tutte le dinamiche, ma delle conseguenze che simili iniziative possono interferire nei comportamenti e nelle conseguenti decisioni nazionali e soprattutto internazionali.
Il sedicente avvocato del popolo ha scelto un “ personaggetto “De Luca docet” passato dal Grande Fratello all’ essere scelto da Maurizio Costanzo come opinionista forse per la sua prestanza fisica o per il nebuloso orientamento sessuale per la qualcosa furono emblematiche le furibondi litigate, al limite del contatto fisico, con Platinette e Solange.
Nei talk show si dovrebbero invitare persone di elevata cultura che possano discettare con cognizione di causa di argomenti a loro noti e non personaggi che rubano l’attenzione per litigate scurrili e prive di senso comune a beneficio solo dell’auditel.
I governanti di oggi ottimi per tutte le stagioni sono dilettanti allo sbaraglio e si circondano di elementi assolutamente mediocri perché solo così possono emergere nei giudizi di parte delle pubblica opinione.

Questo articolo non è mio, lo inserisco nel mio blog perché non vorrei perderlo di vista!


MAGISTRALE ESERCITAZIONE DIALETTICA DI MARCELLO VENEZIANI SUL PREMIER

Giuseppe Conte non è. Non è un leader, non è un eletto, non è un politico, non è un tecnico, non è nulla. È il Nulla fatto premier. E lo conferma ogni giorno adattandosi come acqua corrente alle superfici che incontra. È la plastica rappresentazione che la Politica, dopo lo Scarso, lo Storto, il Pessimo, ha raggiunto lo Zero, la rappresentazione compiuta del Vuoto.

Luogotenente del Niente, Conte è oggi il fenomeno più avanzato della politica dopo i partiti, i movimenti, le ideologie, la politica e l’antipolitica, i tecnici e i populisti, le élite e le plebi. È la svolta avvocatizia della politica che pure è da sempre popolata di avvocati: ma Conte non scende in politica, assume solo da avvocato l’incarico di difendere una causa per ragioni professionali; ma i clienti cambiano e così le cause. Andrebbe studiato nelle università del mondo perché segna un nuovo stadio, anonimo e postumo della politica. Non si può esprimere consenso né dissenso nei suoi confronti perché non c’è un argomento su cui dividersi; lui segna la fine del discorso politico, la fine della decisione, la fine di ogni idea, di ogni fatto. È la somma di tante parole usate nel gergo istituzionale, captate e assemblate in un costrutto artificiale. È lo stadio frattale del moroteismo, il suo dissolversi. Ogni suo discorso è un preambolo a ciò che non accadrà, il suo eloquio è uno starnuto mancato, di cui si avverte lo sforzo fonico e il birignao istituzionale ma non il significato reale. Altri semmai decideranno, lui si limita al preannuncio.

Ogni volta che un tg apre su di lui, non c’è la notizia, è solo una presenza che denota un’assenza; si spalanca una finestra nel vuoto. I fatti separati dalle opinioni, si diceva; lui è nello spazio intermedio dove non ci sono i fatti e non ci sono le opinioni. Dopo che Conte avrà parlato lascerà solo una scia di silenzi e di buchi nell’acqua. Non darà risposte, sceneggerà un ruolo e dirà lo Zero virgola zero. Nelle sue citazioni saccenti vanifica l’autore citato, lo rende vuoto e banale come lui. Conte non rientra in nessuna categoria conosciuta, eppure abbiamo avuto una variegata fauna di politici al potere. Lui non è di parte, eccetto la sua, è piovuto dal cielo in una sera senza pioggia.

Conte è portatore sano di politica e di governo, perché lui ne è esente. È contenitore sterile di ogni contenuto. Non ha una sua idea; quel che dice è frutto del luogo, dell’ora e delle persone che ha di fronte. Parla la Circostanza al suo posto, la Circumstancia, per dirla con Ortega y Gasset; Conte è la somma dell’habitat in cui è immesso, traduce il fruscio ambientale in discorso.

Figurante ma senza neanche figurare in un ruolo, è l’ologramma di una figura inesistente, disegnato in piattaforma come un gagà meridionale degli anni 50. Un po’ come Mark Caltagirone, il fidanzato irreale di Pamela Prati; è solo una supposizione. Trasformista, a questo punto, sarebbe già un elogio, comunque un passo avanti, perché indicherebbe un passaggio da uno stadio a un altro. Conte, invece, è solo la membrana liquida che di volta in volta riveste la situazione, producendo un molesto acufema in forma di eloquio. Conte cambia voltura a ogni utente e rispetto a ogni gestore (non fu un caso nascere a Volturara).

Conte è fuoco fatuo, rappresentazione allegorica del niente assoluto in politica, ma a norma di legge. Quando apparve per la prima volta dissero che aveva alterato il curriculum e in alcune università da lui citate non era mai stato, non lo conoscevano; ma Conte è un personaggio virtuale, il curriculum può allungarsi, allargarsi, restringersi secondo i desiderata occasionali.

Conte non ha una storia, non ha eredità e provenienze, non ha fatto nessuna scalata. È stato direttamente chiamato al Massimo Grado col Minimo Sforzo, anzi senza aver fatto assolutamente nulla. Una specie di gratta e vinci senza comprare nemmeno il biglietto, anzi senza aver nemmeno grattato. Da zero a Palazzo Chigi. Come Gregor Samsa una mattina si svegliò scarafaggio, lui una mattina si svegliò premier. Un postkafkiano.

Conte è di momento in momento di centro di destra di sinistra cattolico laico progressista, medieval-reazionario con Padre Pio, democratico-global con Bergoglio, fido del sovranista Trump e al servizio degli antisovranisti eurolocali; è genere neutro, trasparente, assume i colori di chi sta dietro. Un passe-partout. Il Conte Zelig, come lo battezzammo agli esordi, ha assunto di volta in volta le fattezze gradite a tutti i suoi interlocutori: merkeliano con la Merkel, junckeriano con Juncker, trumpiano con Trump, macroniano con Macron, chiunque incontra lui diventa quello; è lo specchio di chi incontra. In questa sua capacità s’insinua e manovra.

Conte non dice niente ma con una faticosa tonalità che sembra nascere da uno sforzo titanico, la sua parlata cavernosa e adenoidea è una modalità atonica, priva di pensieri o emozioni, pura espressione vanesia di un dire senza dire, il gergo della premieralità. Il suo vaniloquio è simulazione di governo, promessa continua di intenti, rinvio sistematico di azioni; è un riporto asintomatico di pensieri, la somma di più uno e meno uno. Indica con fermezza che si adatta a tutto e non comunica niente.

Dopo Conte non c’è più la politica; c’è la segreteria telefonica, il navigatore di bordo, la cellula fotoelettrica. Il drone. Conte però ha una funzione, e non è solo quella di cerniera lampo tra sinistra e M5S, punto di sutura tra establishment e grillini. È la spia che la politica non c’è più, nemmeno nella versione degradata più recente. Lui è oltre, è senza, è il sordo rumore del nulla versato nel niente.

MV, Panorama n.41 (2019)

mercoledì 26 febbraio 2020


L’ITALIA, IL BEL PAESE AMATO ANCHE DAL CORONAVIRUS!

Il nostro paese è da sempre meta turistica e questo è risaputo in tutto il mondo. Lo ha saputo anche il coronavirus che si è precipitato da noi per vedere come siamo bravi! Attorno a noi Francia, Svizzera, Germania, Austria, Croazia, Albania e Grecia sono stati ignorati da questo virus noto non tanto per la sua pericolosità quanto per la velocità di diffusione grazie anche alla probabile, continua mutazione! L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha detto chiaramente  che il 95% delle persone infettate guarisce spontaneamente per cui è facile pensare che non ci si trovi in una specie di pandemia tipo peste nera! In Francia molto probabilmente, anzi sicuramente non hanno……tamponato le genti con grande determinazione per cui se un ultra ottantenne passava a miglior vita questi se ne andava con il coronavirus incorporato e non per il coronavirus. Ad esempio da noi vi è una preoccupante crisi demografica: muoiono più di quelli che nascono e poco importa sapere se ciò avviene a causa di un coronavirus o per vecchiaia che da noi è molto più longeva che altrove! Oggi si contano una decina di morti di persone più o meno anziane con conclamate patologie preesistenti e per questi poveri morti si ferma il paese che già era in grave crisi…..esistenziale. Ultimi in Europa per PIL per produzione industriale, e primi per numero di disoccupati e debito pubblico. Da sempre sostengo che i nostri governanti sono dilettanti allo sbaraglio, prendono provvedimenti senza immaginarne le conseguenze, del resto la storia dello storico “ stellone italiano “ la dice lunga sulla capacità di chi governa il nostro bel paese che se ne va per conto suo, appunto affidandosi alla “ stella cometa “!
Il Conte-Casalino accusa addirittura un ospedale del nord di incapacità e di essere responsabile del diffondersi del virus, siamo quindi al lancio dei piatti in faccia! Il governatore della Lombardia Fontana ha dato dell’ignorante e dell’incapace a Conte che unitamente al suo ministro della salute Speranza ( il cui nome è tutto un programma ) si è vantato di essere stato il primo a prendere provvedimenti draconiani per fermare l’avanzata di COVID-19  (che a data corrente ha provocato la bellezza di 320 contagi con 11 morti), chiudendo gli aeroporti permettendo al virus di farci visita in treno, autobus, bicicletta e forse anche a piedi!
Una volta scatenato il panico non si sa più come fermarlo ed il nostro problema non è tanto quello della salute quanto quello economico. E’ stato facile per i nostri fratellastri europei vietare l’ingresso nei loro paesi degli italiani provenienti ( spero solo provenienti ) dall’Italia, sarà difficilissimo dare il via libera nei prossimi giorni, forse mesi! Il danno economico delle sciagurate decisioni governative sarà imponente ed è facile pensare ai tanti fallimenti di piccole imprese. E tutto a causa di una influenza più o meno grave della solita influenza che in Italia nel 2019, secondo le stime del Ministero della Salute e dell'Istituto superiore della sanità  ha provocato tra i 300 e i 400 decessi ,lasciando inalterato ogni spostamento aereo e no, lasciando aperti stadi, chiese e musei e ben forniti tutti i supermercati!!

lunedì 24 febbraio 2020


DOVE STA LA VERITA’?
La verità sta soltanto nei numeri che sono gli unici a non tradirci. Questo coronavirus è nato in Cina ed ha avuto un suo lontano parente chiamato SARS venuto alla luce nella provincia cinese di Guangdong, nel novembre 2002. La popolazione mondiale non fu tutta vaccinata pur tuttavia la specie umana non si contrasse. Credo che la preoccupazione risieda nella velocità di contaminazione del virus antico o moderno e nella mancanza di una specifica medicina per sconfiggerlo. Già nel 1918 ci fu un’altra pandemia chiamata familiarmente “ spagnola “ . Anche questa pandemia nacque in Cina, guarda caso. Si pensò ad un virus che dai volatili passò ai maiali e da questi agi uomini causando la morte di 600.000 persone solo in Italia. La Cina ha un altro primato zoologico: la peste suina. A Padova sono state sequestrate dieci tonnellate di carne di maiale cinese sospettata di veicolare peste suina. Fatta un po’ di storia epidemiologica occorre pensare a come difendersi. La prima cosa da dire è che ogni difesa deve partire dall’efficacia dei provvedimenti e dalla sapienza di coloro che li impartiscono. E qui casca l’asino! Provvedimenti tardivi o demenziali! Sorvoliamo sul ritardo col quale la Cina ha dato la notizia o sulla incriminazione del medico cinese Li Wenliang che per primo dette l’allarme e per poco non venne incarcerato e che infine sfortunato passò a miglior vita. La prima cosa che questo tragicomico governo ha fatto è stata quelle di chiudere gli aeroporti agli aeromobili da e per la Cina dimenticando che un cinese che per diversi e svariati motivi avesse voluto o dovuto venire in Italia avrebbe potuto prendere un aereo per Francoforte e da qui giungere da noi senza problemi. Mi viene in mente una barzelletta: un bandito si rifugia in un cinema ed il maresciallo dei carabinieri ( scusatemi , dico senza offesa ) comanda ai suoi militi di bloccare tutte le uscite per arrestare il malvivente. Si accendono le luci in sala e ci si accorge che il fuggitivo è fuggito nonostante il presidio delle uscite. Il maresciallo rimprovera aspramente i suoi sottoposti dicendo loro: non vi avevo detto di bloccare le uscite? E, Gargiulo pronto risponde: si, maresciallo, ma non mi avete detto di bloccare anche le entrate !!
Tornando al coronavirus dico che si naviga tra coloro che minimizzano il problema con le sue specificità e coloro che ne descrivono le conseguenze negative parossistiche. Come dicevano i nostri padri latini: “in medio stat virtus”! Ne’ sottovalutare e nemmeno esagerare. Sono state chiuse le scuole, gli stadi, i musei, e perfino alcune chiese ( il duomo di Milano in testa )la Comunione non viene data e tra poco si sospenderanno tutti i Sacramenti che prevedono l’uso delle mani. Durante la celebrazione della Messa domenicale l’invito a scambiarsi il segno della pace verrebbe sostituito “ salutatevi sventolando il fazzoletto”!!!!
Il panico generale è il nemico più pericoloso. Corsa ai supermercati come se fossimo alla vigilia di un conflitto mondiale e più si osservano questi fenomeni e più si precipita nello sconforto e nella desolazione.
Pensiamo al numero degli infettati e soprattutto al numero dei sopravvissuti senza cure specifiche. La percentuale dei decessi si attesta dappertutto a poco più o poco meno del 2% e nella maggior parte dei casi si tratta di persone già debilitate da gravi patologie e con le difese immunitarie poco attive.
Sarebbe stato sufficiente dire alla popolazione di non frequentare luoghi affollati, di starnutire guardandosi le scarpe e di chiamare un apposito numero telefonico nel caso in cui la febbre si associ a qualche disturbo respiratorio evitando i “ pronto soccorso “ in via precauzionale.
Credo che si sia trasmesso soltanto panico che è il peggior consigliere.
Nel resto dell’Europa non vi è una situazione come quella italiana e non certo perché il coronavirus abbia scelto il bel paese per fare le sue vacanze, altrove hanno messo in atto tutti gli accorgimenti per identificare efficacemente il primo caso ed isolarlo.
La nostra atavica inefficienza, il nostro congenito pressapochismo, la nostra voglia dei politici di saperne più degli esperti virologi ha creato la situazione unica in Europa.
Probabilmente sarà allo studio di mettere in letargo il popolo italiano per due settimane o ventidue giorni in modo tale che chi deve morire muoia e chi non sia stato infettato possa sopravvivere!

mercoledì 19 febbraio 2020

POLPETTE DI BROCCOLI AL FORNO



INGREDIENTI: BROCCOLI 500 GR. – RICOTTA DI PECORA: 200 GR. – UOVA: DUE – FORMAGGIO PECORINO: 100 GR. – PANGRATTATO: QB – OLIO EVO: QB – SALE: QB

TEMPO: 60 MINUTI – DIFFICOLTA’: FACILE – DOSI: LIBERE

Lessare i broccoli e metterli su un tagliere e con un coltello affilato tritarli per bene. Mettere in una zuppiera i broccoli, la ricotta, le uova ( una intera ed un tuorlo ), il formaggio pecorino grattugiato, poco sale tanto pangrattato quanto basta per ottenere un impasto lavorabile.Fare le polpette e rigirarle in altro pangrattato in modo che aderisca per bene. Deporre le polpette su una teglia da forno e spennellarle con l’olio evo. Infornare a 200 gradi in forno ventilato per una ventina di minuti. Sfornare e consumarle tiepide


PESTO DI BROCCOLI A MODO MIO


INGREDIENTI: BROCCOLI LESSATI: 400 GR. – RICOTTA DI PECORA: 100 GR. – FORMAGGIO PECORINO: 50 GR. – OLIO EVO: MEZZO BICCHIERE DA VINO. – BASILICO: UNA FOGLIA.

TEMPO: 20 MINUTI – DIFFICOLTA’: FACILE – DOSI: LIBERE

In un robot da cucina mettere i broccoli lessati e tolti al dente, la ricotta di pecora, il formaggio pecorino grattugiato e la foglia di basilico. Frullare per bene. Versare il pesto in una zuppiera, regolare di sale ed aggiungere l’olio rimestando fino a farlo scomparire.
Condire pasta secca o fatta in casa nella forma che più si preferisce aggiungendo un pizzichino di pepe!

martedì 18 febbraio 2020


POLPETTE DI MELANZANE AL FORNO
Prima di infornarle

INGREDIENTI: MELANZANE: 500 GR. – PANE RAFFERMO: 300 GR. – UOVA: DUE – PECORINO GRATTUGIATO: 100 GR. – PREZZEMOLO: UN CIUFFETTO – AGLIO: UNO SPICCHIO – SALE: QB.- PANGRATTATO: 200 GR. – OLIO EVO: QB

TEMPO: 60 MINUTI – DIFFICOLTA’: FACILE – DOSI PER 7 PERSONE

Ridurre le melanzane a tocchetti. In una padella anti aderenti versare un filo di olio evo, porre a fuoco moderato e subito dopo aggiungere le melanzane.  Salare e cuocere per una ventina di minuti a fuoco moderato aggiungendo pochissima acqua. Quando le melanzane saranno cotte toglierle dal fuoco e metterle in un piatto piano per raffreddarle, dopo di che con i rebbi di una forchetta stemperarle. Se dovessero persistere pezzetti non disfatti versare il tutto su un tagliere e col coltello affilato ridurre il tutto in una polpa omogenea. Nel frattempo si sarà ammollato in acqua il pane raffermo e strizzato per bene. Tritare finemente il prezzemolo spremendo su di esso lo spicchio di aglio. In una zuppiera versare la polpa di melanzane, il pane strizzato, il prezzemolo col suo aglio, le due uova ( uno intero ed un tuorlo ) ed il formaggio pecorino. Impastare per bene e se non dovesse risultare piuttosto consistente aggiungere il pangrattato in modo da avere un composto facilmente lavorabile. In una zuppiera ancora versare il pangrattato, formare delle polpette con il composto, tuffarlo nel pangrattato facendo in modo che attecchisca. Deporre queste polpette su una teglia da forno,spennellare con un po’ di olio  ed infornarle per 30 minuti in forno ventilato a 200 gradi. 

Appena sfornate! Ne manca una? Chi lo sa il perché, ma era buonissima !!!!

Consumare queste polpette tiepide.

sabato 15 febbraio 2020


RISOTTO AI TRIPLICI GUSTI

INGREDIENTI: RISO CARNAROLI: TRE TAZZINE DA CAFFE’ RICOLME – CARCIOFI: TRE – FUNGHI CARDONCELLI: DUE GRANDI o TRE MEDI – ZUCCHINA: UNA MEDIA – CIPOLLA BIANCA TRITATISSIMA: UN CUCCHIAIO COLMO – BURRO: UNA NOCE – OLIO EVO: SEI CUCCHIAI – BRODO DI CARNE: DUE MESTOLI -  SALE E PEPE: QB.- PREZZEMOLO: UN CIUFFETTO TRITATO.

TEMPO 40 MINUTI -  DIFFICOLTA’ : FACILE – DOSI PER 3 PERSONE.

Nettare per bene i carciofi eliminando tante foglie fino a raggiungere quelle gialle all’interno, eliminare altresì la parte alta del carciofo avvicinandosi quanto più possibile al cuore ( senza esagerare ). Affettare finemente il carciofo e mettere le lamelle in acqua fredda.
In una larga padella anti aderente versare l’olio, la cipolla e cominciare a soffriggere delicatamente. Quasi subito aggiungere i carciofi continuando la cottura a fuoco moderato. Togliere la parte verde esterna della zucchina e ridurla in piccoli pezzi che saranno aggiunti al soffritto .Aggiungere ora i funghi cardoncelli anche essi ridotti in piccoli pezzi. Nel frattempo approntare il brodo portandolo ad ebollizione. ( io ho utilizzato due mestoli abbondanti il brodo di manzo Star diluiti con altrettanta acqua lievemente salata. Se il brodo è insufficiente si possono usare tre mestoli sia di brodo che di acqua ).Unire metà prezzemolo tritato.
Nel soffritto ora aggiungere il riso carnaroli nella misura di una tazzina da caffè ricolma a persona e cominciare a cucinare il risotto normalmente aggiungendo di tanto in tanto un mestolo di brodo. Regolare di sale e pepe se vi piace.
A fine cottura togliere dal fuoco, aggiungere la noce di burro, rimestare ed infine aggiungere il restante prezzemolo.

lunedì 10 febbraio 2020


10 febbraio - GIORNO DELLA  MEMORIA   

                                                                     

Ancora oggi vi sono molte persone che si macchiano degli stessi delitti commessi a suo tempo da feroci assassini. Mi spiego meglio: si tratta dei così detti negazionisti: negano la shoah, le foibe ed altri la sfericità del globo terracqueo affermando che il nostro pianeta sia piatto, i così detti terrapiattisti! Queste deliranti affermazioni sono smentite non solo dalla storia raccontata, ma anche dalle foto e filmati dell’epoca.
Il generale Dwight D. Eisenhower quando arrivò con i propri uomini presso i campi di concentramento ordinò il maggior numero di foto e filmati molto crudi perché diceva " arriverà un giorno in cui qualche idiota si alzerà e dirà che tutto questo non è mai successo”


Alla fine della seconda guerra mondiale la Jugoslavia in un primo momento non avanzò nulla per i danni di guerra patiti per colpa nostra, ma poi a causa della lungaggine per la sistemazione dei nuovi confini  Alcide Degasperi nel tergiversare per salvare il Sud Tirolo ( era nato da quelle parti ) consentì a Tito di richiedere ed impadronirsi dell’Istria italianissima.
Il maresciallo avrebbe potuto consentire un ordinato esodo dei nostri connazionali invece decise di fare una approfondita pulizia etnica infoibando un incredibile ed impressionante numero di nostri connazionali. Il loro numero è solo approssimativo dal momento che le persone sono state contate non già singolarmente, ma per i metri cubi di riempimento delle foibe stesse.



In guerra ci sono atrocità commesse da tutte le parti belligeranti ma c’è modo e modo di dare la morte. Schierate le povere vittime faccia al muro e facendo partire una nutrita mitragliata la morte non credo faccia tanto male. Nelle foibe i comunisti titini  mettevano in fila indiana le persone da infoibare, le legavano tra di loro formando una catena, posizionavano il primo sul limitare della foiba gli si sparava un colpo alla nuca. Il poveretto cadeva nel fosso trascinando con sé le altre persone legate. L’agonia poteva durare anche un paio di giorni e molti addirittura trovarono la morte soffocati dal peso dei compagni caduti su di loro.
Gli istriani fortunati che riuscirono a varcare il nuovo confine e raggiungere la parte italiana liberata non trovarono la giusta accoglienza, non venne loro assegnata una casa, un lavoro e forse nemmeno una coperta. Scappati dall’Istria perché considerati “ fascisti “ dai titini assassini, entrati in Italia libera i comunisti nostrani li tacciarono di ingratitudine perché non apprezzarono il regime dei loro fratelli comunisti. Una tragedia nella tragedia!
Non parliamo poi che nei libri di scuola dal dopoguerra sino a poco tempo fa delle foibe non si ebbe alcuna notizia, cosa che grida vendetta, come voler coprire o giustificare tali atrocità. Il vecchio ritornello: nazifascisti mostri e comunisti benefattori dell’umanità!
Non parliamo poi del ristoro negato agli istriani dei danni subiti per la perdita di ogni loro avere, delle case, del lavoro e dei beni materiali. I nostri governi vecchi, nuovi e di là da venire dovrebbero pretendere questi ristori prima che i nuovi Stati pensino di entrare nella Comunità Europea.
Un plauso al nostro Presidente della Repubblica Sergio Mattarella per aver ricordato una simile tragedia nazionale!

domenica 9 febbraio 2020

IL FESTIVAL  " MODERNO " DELLA CANZONE...........ITALIANA


Ok, ha vinto Diodato mai sentito, un carneade almeno per me! A “ soldi, soldi, soldi Diodato ha sostituito “ fai rumore, fai rumore e fai rumore”! Il mio commento è inappropriato perché si riferisce a qualcosa che non ho visto e che è arrivato alla mia attenzione solo attraverso la superficiale lettura dei titoli dei giornali. Vado quindi con l’immaginazione. Una kermesse logorante sia per la incredibile durata ( cinque giorni e…..cinque notti )sia per la partecipazione di alcuni personaggi che nulla hanno a che vedere con la canzone, invitati solo per fare da sopra mobili  giusto per suscitare l’attenzione popolare che alla fine fa audience!  Come dice il grande Antonio Di Pietro che c’azzeccano Giorgina moglie di Cristiano Ronaldo e la giornalista Rula Jebreal con la canzone italiana? Per quello che ne sappia tutti i personaggi sopra le righe, finti battibecchi, fine liti ( non tutte perché Morgan spettinato ha morso Bugo che a sua volta lo ha inondato di saliva – leggi sputacchiata ). Fiorello che si offende perché Tiziano Ferro ha annunciato un hashtag #fiorellostattezitto che lo ha gettato nello sconforto! Tiziano ha pronunciato una frase ridendo e Fiorello ancora un po’ si suicidava! Il festival della canzone “ italiana “, ma quale canzone italiana tuttalpiù “ della canzone “ in genere. Il selezionatore ha voluto accontentare tutti, infanti, giovanetti, adolescenti, adulti, attempati, vecchi e moribondi allestendo per loro tutti i generi musicali in linea coi tempi, ma di canzone italiana con questo aggettivo che racconta di uno stile ben preciso non c’è proprio nulla. Luci, addobbi, abiti, personaggi e la canzone solo per contorno. Conservo questo commento per il prossimo anno e, se sarò vivo, lo pubblicherò ancora così come è scritto nel mio blog, tanto lo scenario canoro e del suo allestimento non subirà modifiche.
Ecco l’emblema del festival 2020:



Achille Lauro bacia il suo chitarrista sul palco dell’Ariston

giovedì 6 febbraio 2020


RIGATONI ALLA CREMA DI PESCE E CARCIOFI



INGREDIENTI: UNA CIPOLLA BIANCA – UN CARCIOFO MEDIO-GRANDE – CEFALO:400 GR. – GALLINELLA: 200 GR. – CICALE ( CANOCCHIE ): 350 GR. - POLPA DI POMODORO: UNA SCATOLA DA 450 GR. – CONCENTRATO DI POMODORO: UN CUCCHIAIO – PREZZEMOLO: UN CIUFFETTO – AGLIO: UNO SPICCHIO – OLIO EVO: SEI CUCCHIAI – RIGATONI GAROFALO: 350 GR. – SALE E PEPE:QB. – FORMAGGIO GRANA: QB. – VINO BIANCO SECCO: MEZZO BICCHIERE – MAIZENA : UN CUCCHIAIO.

TEMPO: 90 MINUTI  -  DIFFICOLTA': MEDIA   -  DOSI PER 3 o 4 PERSONE

Affettare finemente la cipolla e metterla in una padella anti aderente unitamente all’olio e cominciare ad appassirla. Nel frattempo pulire il pesce conservando anche la testa ed unirlo in pezzi alla cipolla continuando la cottura a fuoco moderato. Aggiungere un po’ di acqua. Dopo una ventina di minuti sfumare con il vino bianco, salare ed aggiungere la polpa di pomodoro. Aggiungere le cicale pulite e tagliate in due. Dopo una decina di minuti aggiungere acqua calda tanta da coprire il pesce di almeno quattro dita di liquido. Continuare la cottura a fuoco moderato per trenta o quaranta minuti. Aggiungere infine il concentrato di pomodoro. Togliere dal fuoco e passare il tutto attraverso il passapomodori ottenendo un sugo piuttosto denso. Se fosse piuttosto liquido allora aggiungere mezzo bicchiere di acqua calda in cui si sarà disciolto un cucchiaio scarso di maizena.



In un'altra padella anti aderente porre un po’ di olio, uno spicchio di aglio tritatissimo, un pizzico di prezzemolo e subito dopo il carciofo ridotto a sottilissime lamelle. Aggiungere nel caso pochissima acqua, regolare di sale e pepe ed alla fine unirvi un paio di mestoli del sugo di pesce. Cuocere a fuoco moderato. Se l’intingolo si mostrasse leggermente….pallido aggiungere un cucchiaio raso di concentrato di pomodoro diluito in mezzo bicchiere di acqua calda. A fine cottura unire il restante prezzemolo
Cuocere regolarmente i rigatoni e tuffarli nel sugo ai carciofi rimestando per bene. Servire ben caldo spolverando il tutto con pochissimo grana padano.
Volendo, per i buongustai, aggiungere un pizzico di peperoncino in polvere o liquido di quello fatto in casa denominato…..olio santo!

mercoledì 5 febbraio 2020

LE VERITA' NASCOSTE
Si sa che in tema di processo penale ci sono due verità: una reale ed una processuale. L’optimum sarebbe che le due verità coincidessero, ma non sempre è così! Ieri vedendo il programma OMNIBUS su LA7 ho ascoltato Antonio di Pietro e mi sono convinto che esiste una terza verità: quella dello Stato, quella che si trova nascosta negli archivi segreti e che probabilmente verrebbe fuori tra cinquanta anni o più e qualche volta mai!
Di Pietro - che si è rivalutato sensibilmente ai miei occhi – nel suo intervento nel su citato programma ha proferito una frase sconvolgente sull’assassinio di Falcone prima e di Borsellino dopo, cioè “ i due magistrati sono stati assassinati non per quello che avevano fatto fino ad allora, ma per quello che si accingevano a fare.



Specialmente Borsellino stava seguendo una pista che avrebbe interessato chissà quale personaggio mafioso e/o politico, aveva sempre con se un’agendina con copertina rossa dalla quale non si separava mai eppure quando è stato estratto esanime dalla sua macchina distrutta qualcuno – e non certo uno di noi – ha sottratto quella miniera di appunti o strategie che il magistrato stava organizzando.
Di Pietro ha fatto anche un excursus su mani pulite, sulla tangente madre di tutte le tangenti, quella dell’ENIMONT  che si indirizzò sui fratelli Lima ( leggi Andreotti ) e sul Partito Comunista al quale Primo Greganti in arte  “ compagno G “ consegnò una valigetta di banconote e che in carcere mai e poi mai confessò al contrario di altri che per tornare in famiglia ammisero le loro responsabilità.
Ho avuto la sensazione che Di Pietro combatté contro i mulini a vento e  che si scontrò con i governanti dell’epoca che insabbiarono l’insabbiabile per non essere coinvolti in un giro di mazzette che “ Craxi docet “ ce ne erano per tutti ed in quantità industriale.
Se dovessi  fare un appunto a Di Pietro lo farei per il suo assioma: Craxi non poteva non sapere e Berlinguer o chi per lui poteva non sapere. Sembrava che Di Pietro avesse voluto salvare il PCI, ma se sono vere le sue ultime dichiarazioni, egli avvisò il COPASIR di ciò che aveva scoperto, informazioni non utilizzate al momento ma consegnate al governo successivo che si dimenticò di utilizzare.
Un’altra dichiarazione di Di Pietro è sintomatica della corruzione che il magistrato voleva colpire. Quello che Di Pietro aveva scoperto nel 1993 era già noto nel 1991 attraverso un rapporto del ROS di ben 890 pagine. “Intelligenti pauca” “A chi capisce, poche parole” ed ancora “ A buon intenditor poche parole “