EURO E DINTORNI
Ciao a tutti,
una prima considerazione di
carattere generale.
Luoghi comuni recitano: “ si stava
meglio quando si stava peggio “ e “ quando c’era Lui si poteva uscir di casa e
lasciar la porta aperta”.
Le difficoltà dell’oggi fanno
dimenticare quelle di ieri che ci appaiono come inesistenti o sopportabilissime
al contrario di quelle attuali che tentano in tutti i modi di seppellirci.
Quando poi il “ c’era Lui “ l’arcano è svelato perché allora la cronaca nera
era decisamente ridimensionata, se non del tutto assente, tranne casi gravissimi.
Sembrava quindi che tutto filava liscio grazie a Lui ed al suo regime! Due
considerazioni non esattamente realistiche, ma pur sempre fascinose ! Oggi le
principali reti televisive pubbliche e commerciali dedicano ore ed ore ad
esaminare delitti illustrandone tutti i particolari con interviste a madri, spose
fratelli ed amici intimi. Alla fine delle trasmissioni ci pare di essere piombati nel medio evo e certamente non
ci sentiamo rasserenati.
Torniamo a noi !
Ho fatto notare più volte che subito
dopo l’avvento dell’euro i prezzi sono praticamente raddoppiati, mentre
l’Ufficio di Statistica dichiarava che l’inflazione era salita all’1,50 massimo
al 2 %. Evidentemente gli studiosi
andavano a fare la spesa in Croazia oppure in Bulgaria!
Ancora oggi nel supermercato sotto
casa un chilo di pane appena appena “ non comune “ costa 4,85 euro al chilo
pari a 9.390,90 lire!!! Chi può affermare che un tale prezzo sarebbe stato
possibile tollerare prima dell’avvento della moneta unica europea? Nel
frattempo il costo delle materie prime è sceso e poi noi le paghiamo con l’euro
che è notoriamente una moneta fortissima!
Al povero italiano è caduta una
mazzata sul cranio, direi duplice mazzata. Una prima per il raddoppio dei prezzi su tutti i generi
alimentari e no ed un’altra per la rendita sui BOT, BTP e compagnia cantante
con interessi in caduta libera.
Questo è il quadro iniziale che già
fa capire dove andrò a parare.
Vivendo nell’oggi si deve
necessariamente analizzare da dove siamo partiti per immaginare dove andremo a
finire. Il passato spiega il presente ed illumina il futuro. E’ in questa
ottica che vorrei sottoporvi alcune considerazioni.
La forza dell’economia di un
singolo Stato risiede nella debolezza
della sua moneta. Esempio: dopo la nascita dell’euro il cambio euro-dollaro usa
arrivò a 0,80, cioè ci volevano 0,80 dollari per un euro, cioè il dollaro era
fortissimo e gli analisti dell’epoca lo vedevano veleggiare attorno ai 0,75
dollari per euro. Dopo la crisi economica e crisi finanziaria che colpirono
l’economia USA l'America si è
felicemente ripresa. Come ? Svalutando il dollaro che oggi per essere cambiato
con l’euro ne deve mettere sul piatto
ben 1,38 . Noi abbiamo un’economia scassata, quasi in rianimazione ed una
moneta fortissima. Quindi anche una persona sprovveduta e di men che mediocre
intelligenza comprende che la strada imboccata porterà verso un precipizio più
o meno profondo!
Le banche centrali americane,
inglesi, giapponesi e cinesi possono all’occorrenza stampare moneta per aiutare
l’economia in crisi drenandone poi l’eccesso quando le cose si sono sistemate.
Noi non abbiamo questa facoltà. Siamo una moneta unica con attorno gli Stati
che pensano solo a se stessi. Una grandissima corbelleria!
Solo un accenno sulla nascita
dell’euro la cui nostra adesione venne sollecitata, imposta, consigliata fate
voi, dalla Germania. Fare entrare paesi deboli e tra questi l’Italia avrebbe
consentito alla Germania di avere una moneta meno forte di quella che le
sarebbe capitata qualora fosse rimasta sola nell’euro con alcune consorelle del
nord. Il surplus commerciale tedesco e le riforme che loro hanno fatto nel
frattempo avrebbero senza alcun dubbio provocato una supervalutazione del marco
tedesco con conseguente riduzione delle loro esportazioni. Da parte nostra
abbiamo accettato un tasso di cambio che non esito a definire demenziale e che
per entrare nell’euro il governo dell’epoca autorizzò il Tesoro a porre in essere operazioni
notevolissime sui derivati che fecero incassare al momento ingenti somme di
denaro a fronte di enormi rischi futuri che poi si sono maledettamente
verificati provocando danni consistenti al nostro bilancio.
Dopo gli umilianti sorrisini di
Sarkozy e della Merkel già nelle cancellerie si parlava apertamente dell’arrivo
di Monti, ma come fare per imporlo? Dichiarando all’Italia una guerra non certo
con le armi convenzionali, ma con la finanza. Chi è partito per prima con
queste armate finanziarie? La nostra carissima Germania la cui Deutsche Bank
tra lo stupore generale prese per prima a vendere titoli di Stato italiani che
deteneva unitamente a …….tonnellate di titoli della stessa specie appartenenti
alla Grecia, al Portogallo ed alla Spagna.
Gli altri hanno seguito l’esempio
ed il nostro spread toccò 585 punti. Si fece allora del vero e proprio
terrorismo dicendo a noi ed al mondo che si era sul punto di non aver più soldi
nemmeno per una tazzina di caffè, che le pensioni e gli stipendi correvano il
rischio di non essere pagati e quindi occorreva un salvatore della Patria nella
persona del Prof. Mario Monti ben visto in Europa e nel mondo. Re Giorgio I si
affrettò a nominarlo senatore a vita ed il nostro chiacchieratissimo ex
cavaliere fu costretto a dimettersi cedendo il passo a Monti che venne accolto,
baciato ed abbracciato soprattutto dalla Merkel.
Qualcosa voglio aggiungere sul
provvedimento Salva Stati 2 che ci obbligò a versare un bel 18% delle somme previste
per aiutare gli Stati traballanti. Erano gli Stati traballanti oppure era la
Merkel che voleva una tale messe per far si che gli stati beneficiari
utilizzassero queste elargizioni per rimborsare i loro debiti. Questi debiti erano rappresentati
dai titoli sovrani di questi Stati traballanti, titoli che erano largamente
detenuti dalle banche tedesche nell’ordine del 40% o poco più e delle banche
francesi per poco meno. Mentre la nostra esposizione in questi titoli era del
5%. Si pretese da noi un esborso di un
bel 18% per aiutare Germania e Francia nel rientro delle loro esposizioni.
L’Italia versa alla dea Europa più
di quanto essa ci ritorna e quando arrivano questi ritorni per inefficienza e
corruzione non riusciamo nemmeno a spenderli tutti e corriamo anche il rischio
di doverli restituire!
Viva la Germania che ha perso tutte
le guerre ed ha vinto tutte le paci !
L’austerità imposta dalla Germania
( sempre lei ) uccide pian pianino tutte le economie dei paesi “ sudisti “ permettendole
di fare acquisti sui nostri mercati, prediligendo il detto “ mors tua vita mea
“ !
Non so bene se uscendo dall’euro si
possa ripartire ed è di oggi l’articolo che riporta le dichiarazioni del primo
fautore del nostro ingresso nell’euro, Romano Prodi, che fa nuovamente del
terrorismo immaginando scenari apocalittici al contrario di ben quattro premi
Nobel che affermano il contrario.
Se la Germania ci volle nell’euro lo
fece per fare i propri interessi quindi uscendo o minacciando di uscirne faremo
solo i nostri. Non si devono sbattere i pugni in Europa, ma si deve
semplicemente dire : cari compatrioti andando di questo passo e col fiscal
compact alle porte noi andremo nel burrone quindi o si allentano i
provvedimenti austeri oppure siamo costretti a riacquistare la nostra sovranità
la cui perdita sta scatenando un putiferio. ( Serenissima Repubblica Veneta )
Il nostro problema è che non si
sono fatte le riforme i cui cardini sono la sburocratizzazione e l’eliminazione o la modifica del titolo quinto della costituzione. Il nostro debito, enorme debito non deve
spaventare i mercati che sono sempre in cerca di ottima retribuzione. Essi
vogliono solo essere sicuri della restituzione delle somme investite ed un
maggiore rendimento dei nostri titoli invoglierà loro a fare investimenti in
casa nostra. La nostra economia non è poi da terzo mondo ( ancora ) e se
otterremo comprensione in Europa dopo aver fatto le riforme potremo ripartire,
altrimenti dobbiamo necessariamente tornare a casa nostra, feriti sì, ma non
morti. I nostri governanti ci dicono che non siamo come la Grecia, ma si
apprestano a colpire stipendi e pensioni come in Grecia sia pure limitatamente,
inasprendo le tasse imposte da comuni e regioni e riducendo sempre più la domanda
interna. Sui conti correnti affluiscono i risparmi che vengono visti come scudo
per gli eventi negativi futuri, la domanda interna si contrae sempre più, la
deflazione è alle porte e quindi lo scenario futuro non può che essere
deprimente. Evito di immaginare cosa potremmo trovare alla fine della strada !
A maggio ci saranno le elezioni
europee e già prevedo una sensibile avanzata degli euro-scettici e del primo
partito trasnazionale degli astensionisti. Cosa cambierà in Europa? Quasi nulla
perché le decisioni sono prese dalla Commissione e se non si modifica questa
non si otterrà nulla. Un esempio: il Parlamento europeo ha deliberato la
chiusura di una delle sedi Bruxelles o Strasburgo e non se ne è fatto nulla. Pensate che ogni settimana partono da Bruxelles camion con tutti i
documenti da portare a Strasburgo che tuttavia si riunisce pochissime volte
all’anno mantenendo comunque un costo esorbitante. Naturalmente i documenti ed
i camion fanno il viaggio inverso! Questo per indicare che il Parlamento europeo
non conta nulla.
Le elezioni di maggio possono solo
far capire alla Germania che le cose si stanno sfaldando e che se si vuol
riprendere la strada indicata dai padri molte cose e visioni dovranno essere
cambiate altrimenti torneremo da dove siamo partiti con sovranità nazionali
riconquistate con le monete più o meno forti e se dovranno esser fatti
sacrifici questi saranno scelti da noi e non imposti dalla Merkel, inoltre se
nel frattempo Matteo Renzi porterà a termine il suo ambizioso programma avremo le
riforme che ci permetteranno di riprendere una strada tanto tempo fa
interrotta. Io tifo per Renzi e spero che non debba dirci: dai nemici mi guardo
io che dagli amici mi guardi Iddio !
A presto
Milano, 31 marzo 2014