DONNE E MINIGONNE
Una premessa prima di inoltrarmi su un terreno che potrebbe
essere minato. Non sono un maschilista e sono per tutte le libertà sempre che
queste ultime non possano essere usate senza senso e irrispettose delle libertà
altrui. Vi è un limite all’esercizio della libertà. “La mia libertà finisce
dove inizia quella dell'altro”
Detto questo vorrei toccare due argomenti che hanno poco o
nulla a che fare tra di loro.
Prima argomento: le dichiarazioni tardive di donne che
denunciano una molestia sessuale subita guarda caso da personaggi famosissimi e
tantissimi anni prima. Cosa significa ad esempio denunciare la violenza
sessuale perpetrata da Placido Domingo su una cantante venti anni prima della
denunzia? I puristi hanno cancellato i contratti che legavano il tenore a
diversi teatri mondiali. L’accusatrice ha avuto l’agognato momento di gloria, di
comprensione o commiserazione. Dopo di che? Domingo resta uno dei più celebrati
tenori che presto o tardi firmerà nuovi contratti da tenore o da direttore d’orchestra
e della sua accusatrice nessuno mai si ricorderà. Io so solo che era donna e
non un uomo! Si considera violenza sessuale qualsiasi atto che, pur in assenza
di un contatto fisico diretto con la vittima, coinvolga oggettivamente la
corporeità sessuale. Se si dovesse rispettare alla lettera questa enunciazione
della Corte di Cassazione dovremmo prestare attenzione a non sfiorare una donna
nemmeno col pensiero che potrebbe essere leggermente biricchino.
A scanzo di equivoci voglio solennemente affermare che i
reati di violenza sessuale con congiungimenti carnali dovrebbero essere puniti
con estremo rigore senza concessione di ogni attenuante. Anche le persone di
men che mediocre intelligenza però comprendono benissimo la differenza che passa tra
uno stupro, un pizzicotto o una proposta oscena per ottenere se mai un posto di
lavoro.
Concludo l’argomento affermando che una dichiarazione per
violenza sessuale tipica e atipica dopo 30 anni sa tanto di ricerca di visibilità
se mai dopo qualche anno di dimenticatoio.
Altro argomento: come vestirsi in particolari luoghi. In
linea di principio sono d’accordo che le fanciulle possano vestirsi come meglio
loro aggrada. Il problema sta nell’opportunità di utilizzare abiti molto
succinti in luoghi che meriterebbero un certo rispetto. Da sempre al sorgere
del sole estivo le belle fanciulle dalle belle gambe vestono minigonne ascellari
che suscitano l’altrui attenzione non fosse altro per ringraziare il buon Dio
della bella…giornata !
Può una deliziosa fanciulla dalle lunghe gambe e dalla corta
gonna entrare in chiesa? Certamente no! Perché il luogo è sacro e merita un certo
rispetto, si va in chiesa per pregare e non per osservare le belle gambe.
Può una deliziosa fanciulla dalle lunghe gambe e dalla corta
gonna entrare in un casa di correzione allorquando i ristretti siedono ai
tavoli per consumare il pranzo o la cena? Certamente no! Perché la polizia
penitenziaria non farebbe in tempo a sottrarre la derelitta dalle grinfie dei
detenuti. Quindi per prudenza non si entra in un carcere scarsamente vestite. E’
una questione di normalissima prudenza!
Vi è una recente disposizione di una vice preside del liceo
Socrate di Roma che invitava le fanciulle a non frequentare le lezioni vestendo
la minigonna ascellare dal momento che il professore ( e di questi tempi anche
le professoresse ) potrebbero avere gli occhiali appannati da tanta celestiale
visione. Vi sono in estate le camice bagnate a bella posta per fare vedere e
non vedere le grazie sottostanti. E se parlassimo in scuola di una tale visione
situata molto più in basso delle grazie apparse sotto la camicia bagnata? Ora
io non dico che il vedente debba necessariamente scendere precipitosamente
dalla cattedra ed afferrare la poverina, ma uno sguardo di tanto in tanto
cadrebbe là proprio là dove la fanciulla probabilmente voleva che l’altrui
sguardo fosse indirizzato anche per vedere quante volte il professore posava lo
sguardo, quante volte il docente arrossiva e quante altre parlando di geografia
inseriva un po’ di storia salvo poi a riprendersi tossendo.
Concludo dicendo che fuori per strada, nelle discoteche ed
in locali della movida ci si possa vestire come si vuole, ma in posti che
richiedono rispetto e sacralità ci si deve vestire con buon gusto e prudenza
evitando ogni forma di eccentricità molto apprezzata e richiesta altrove.
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