LETTERA APERTA A PAPA FRANCESCO
Santità, con tutto il rispetto
che si deve al Vicario di Cristo in terra, devo dirLe che le riflessioni
recitate durante la solitaria Via Crucis di ieri sera mi hanno disturbato e non
poco. Ho avuto il desiderio di abbandonare la trasmissione per non sentire
parlare per tutte le 14 Stazioni della
Via Crucis solo ed esclusivamente di persone ristrette nelle carceri a
seguito non tanto di piccoli furti ma di efferati delitti. Si è raccontato in
una atmosfera insolita di silenzio e solitudine delle pene sofferte dai
detenuti, delle loro storie sin da quando erano fanciulli, si è altresì raccontato
della sofferenza dei famigliari dei detenuti, della vergogna da loro provata
nell’essere additati come madre, sorelle e figli del mostro recluso. Santità
nulla da dichiarare a proposito delle sofferenze, delle vite definitivamente e totalmente
distrutte dagli assassini che, una volta scontata la pena ( scontata anche nel senso
di “ avere uno sconto ” perché pena gradatamente ridotta grazie alla bontà del
legislatore) tornano a passeggiare sulla piazza del paese con l’assicurazione
di un posto di lavoro ottenuto grazie
alle organizzazioni pie di volontariato? Santità, Lei sa dirmi quante
organizzazioni umanitarie, cristiane e caritatevoli si occupano o si
occuperanno dei famigliari delle vittime private del coniuge, dei figli a cui sono stati
uccisi i genitori? Da noi vige sempre il “ pro reo “, reo che deve essere riabilitato,
ricostruito e riconsegnato ai sui cari! Santità, secondo il mio sommesso parere
sarebbe stato sufficiente dedicare ai carcerati solo le riflessioni su un paio
di Stazioni della Via Crucis se mai quelle in cui si ricorda la condanna a
morte di Gesù, di Pilato che se ne lava le mani. A proposito di Pilato, questo
governatore romano che trova Gesù senza alcuna colpa e tuttavia lo consegna alla folla per la
crocifissione non prima di condannarlo ad una dolorosissima flagellazione. Mi
domando cosa avrebbe fatto se fosse stato convinto della sua colpevolezza!!
In un’altra riflessione, senza
nominarlo esplicitamente, si parla del cardinale
George Pell che l’Alta Corte australiana ha
prosciolto all’unanimità
dall’accusa di
violenza sui minori e che stava scontando in carcere una condanna a sei anni dopo
la sentenza di primo grado del dicembre 2018 e la conferma in appello
nell’agosto 2019. Buon per lui. Due condanne sia in prima che in appello
potrebbero quanto meno destare qualche dubbio e inserirlo in una riflessione
nella Via Crucis mi pare leggermente fuori posto! Infatti........
Santità, solo quattro giorni dopo
la Via Crucis con la meditazione riferita, senza nominarlo, all’assoluzione da
parte della Suprema Corte australiana ecco la nuova tegola sulla testa dell’almeno
“ discutibile “ Cardinale George Pell!!!
Santità, la prossima Via Crucis
veda di farsi dare in anticipo le riflessioni, le legga con attenzione e dia
disposizione che gli argomenti siano diversificati e non totalmente destinati
ai detenuti, alle loro sofferenze credibili, ma causate soltanto dal loro
comportamento. Dica loro più o meno parafrasando Giovanni XXIII: “ quando
riceverete la visita in carcere dei vostri bimbi date loro una carezza, dite
che quella è la carezza del papa”, ma aggiungete anche “ voi piccoli ed
innocenti orfani, questa sera sono io che vi accarezzo e che vi benedico come
avrebbe fatto vostro padre o vostra madre se fossero ancora lì accanto a voi.
Come Vicario di Cristo in terra pregherò per le vittime innanzi tutto e poi
anche per i carnefici dopo il loro sincero pentimento per il male
commesso. Amen!
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