SIAMO IN GUERRA, OPPURE NO?
Ho sentito alcuni opinionisti di
rango dire che parlare di guerra è una scemenza perché in guerra si conosce il
nemico sia per le divise che indossa sia per le bandiere sventolate, ma in
questo momento il nemico è invisibile, impalpabile, sospeso nell’aria tra un
colpo di tosse ed uno starnuto. Se non vogliamo esaminare i combattenti
possiamo esaminare le conseguenze di questa lotta impari. Negozi chiusi,
saracinesche abbassate, ma soprattutto l’ascolto del bollettino di guerra assolutamente
terrificante. Negli ultimi bollettini si evidenziano anche i casi dei
sopravvissuti scampati alla fine atroce di tante altre persone. L’ultimo
bollettino parla di 8.165 morti di 58.421 tra infettati e ricoverati,3612 in
terapia intensiva e 10.361 guariti. Se si aggiunge a questi dati il numero
impressionante dei medici morti mentre assistevano i pazienti, numero davvero
sconvolgente, ben 41 al 26 marzo 2020, la disperazione diventa dolorosa. Medici
morti per mancanza di tutti gli strumenti indispensabili per la loro
professione e si parla soprattutto di mascherine, di tute e quant’altro. Mi
domando se siamo in Italia oppure in un paese in via di sviluppo! Capisco che
la situazione sia scappata di mano nonostante tutte le rassicurazioni di
Giuseppi e della sua corte forse mandati fuori strada a causa dei pareri
iniziali discordanti come quelli dell’OMS che definiva questa pandemia poco più
che un’influenza dalla quale guariva ben il 95% degli infettati, per finire alle
affermazioni contrastanti dei virologi ed infettivologi nostrani impegnati
soprattutto a denigrarsi tra di loro. Ora occorrerebbe una profonda inversione
di tendenza a partire dalla sostituzione di Giuseppi, dalla defenestrazione di
Rocco Casalino e da buona parte dei ministri quasi tutti incompetenti a gestire
una situazione normale, figuriamoci una come questa. Forse sono distratto ma se
mi chiedessero di indicare una mente, un profilo professionale, una storia di
provata competenza istituzionale non saprei proprio chi indicare. Mi pare una
trappola per topi, tutti dentro il recinto mentre fuori i gatti pensano di
farne un boccone. I topi restano dentro ed i gatti fuori! Tutto questo mentre
la situazione peggiora e non si capisce dove si vada a finire. La sola cosa che
è stata decisa è stata la chiusura di tutto, di fabbriche, di uffici, di negozi
e nostra relegati in casa. La casa indispensabile strumento di difesa, fuori
bombardano e noi rintanati. Sì, questo infinitamente piccolo nemico sta
vincendo contro i vari Golia, il topolino che uccide un elefante ! Questa
clausura sta cambiando le nostre abitudini, da quelle più usuali e quelle meno
ricorrenti. Una volta, andando a far la spesa, si guardava il prezzo della
merce e poi si sceglieva il prodotto più buono e meno costoso, oggi ci si
reputa fortunati se si trova quello che cerchiamo e non badiamo al prezzo.
Siamo tutti diventati benestanti; ci
serve qualcosa? La troviamo e la prendiamo. Il costo? un optional!
I negozi sottratti alla chiusura
sono terminali della solita, lunga fila bellica, non parliamo poi dei
supermercati ed anche, sia pur meno lunga, davanti alle farmacie. Mi fa specie
che per andare in bagno in casa mia non vi sia una piccola fila nel corridoio!
In tempo di guerra, quella che
data la mia età ho vissuto, sparivano subito i bene di prima necessità, anche
oggi sparisce la farina, il lievito di birra ed altri beni essenziali. Ci vien detto di non temere,
che le merci viaggiano regolarmente che i mercati generali sono normalmente
riforniti ed allora mi si deve spiegare come mai il fruttivendolo vicino a casa
mia per un chilo di kiwi ed un chilo di pere ha preteso ben 12 euro!
Durante la guerra c’é chi si
arricchisce e chi si impoverisce, c’è chi si salva e chi perisce, esattamente
come capita adesso. E c’è chi si ostina a dirci che non siamo in guerra! La
guerra finirà dopo di che si dovranno curare le ferite gravissime e per farlo
ci vorrebbero politici di livello e non come quelli che abbiamo ora che pensano
solo al loro piccolo orticello ed al profluvio di parole insignificanti senza
senso!
Ecco come si dà inizio ad un decreto :
''IL DECRETO'', LA PEGGIORE SOAP OPERA ITALIANA - STELLA: ''IL
TESTO ANTI-CORONA VIRUS CONTIENE 123 MILA PAROLE, 13 VOLTE LA COSTITUZIONE, IN UN
ITALIANO INCOMPRENSIBILE. UNA FRASE TIPO: 'LE BANCHE…ANCHE IN DEROGA ALL'ARTICOLO 150-BIS, COMMA 2-BIS, DEL DECRETO LEGISLATIVO 1° SETTEMBRE 1993 N.
385, ALL' ART. 135-DUODECIES DEL DECRETO LEGISLATIVO 24 FEBBRAIO 1998, N. 58 E
ALL' ARTICOLO 2539, PRIMO COMMA'. MA LE LEGGI PIÙ SONO IMPORTANTI E PIÙ
DOVREBBERO ESSERE CHIARE O NO?''
Da
Dagospia del 27 marzo 2020
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