VITTORIO SGARBI CHIEDE AL PAPA DI........
Ieri, 26 settembre 2019, ho sentito
“ urlare “ Vittorio Sgarbi “ del quale per altro sono estimatore, la propria
filippica contro la sentenza della Consulta che ha promosso secondo lui l’assassinio
di Stato. Non sono per nulla d’accordo! Vittorio dovrebbe considerare la
sofferenza oltre ogni limite umano di chi non ha speranza, di chi non può ricorrere
alle terapie a volte improponibili, a volte inutili, per ridurre al minimo
sopportabile il dolore lacerante prima di proferire assurde critiche ad una
sentenza che reputo legittima ed estremamente umana.
Vittorio intendeva sollecitare Papa
Bergoglio a prendere la parola condannando la sentenza della Consulta, dimenticando
il principio di “ libero Stato in libera Chiesa “
Il Papa aveva definito il fine vita
aiutato da pratiche specifiche come una “ uscita di comodo “! Una uscita di
comodo porre fine a dolori lancinanti ed insopportabili, a disabilità estreme
come la paralisi progressiva della SLA che spegne il corpo lasciando intatta la
mente, quando non puoi fare nulla, nemmeno le piccolissime azioni come
grattarsi il naso ?? Qui siamo al masochismo puro!
I medici dicono che sono tali per
curare non per ammazzare. In linea di massima è giusto così, anzi chi si comporta
al contrario incorre negli strali della legge civile e morale. I medici però sono
tali anche per eliminare nei limiti del possibile la sofferenza e quando sono
costretti a gettare la spugna devono assistere il paziente nel suo primo
interesse. Tutti noi accettiamo, perché non possiamo farne a meno, la malattia,
giammai la sofferenza!
Il motto del medico dovrebbe essere
curare fin quando possibile ed interrompere con ogni mezzo legale la sofferenza
estrema!
Il medico prima di intraprendere la sua professione giura col Giuramento di Ippocrate che al suo inizio recita:
Consapevole dell'importanza e della solennità dell'atto che compio e dell'impegno che assumo,
GIURO:
di esercitare la medicina in libertà e indipendenza di giudizio e di comportamento;
di perseguire come scopi esclusivi la difesa della vita, la tutela della salute fisica e psichica dell'uomo e il sollievo della sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico, culturale e sociale, ogni mio atto professionale;
Oggi leggo sulla stampa che un malato
di SLA da quando aveva solo 14 anni, tale signor Giancarlo Bastianello di Venezia, ora
sessantatreenne ha scritto al Papa, che avrebbe considerato l’ eutanasia
una via di comodo, una lettera che tra l’altro dice. “. Non è una via di
comodo. Non lo chiede un malato perché è depresso, ma perché non ce la fa più. Quando
il dolore fisico ti fa urlare ma non puoi perché non hai voce e il dolore resta
facendoti impazzire. Caro Papa Francesco allora comprendi che c’è un’unica via
d’uscita, andartene”!!
Del resto anche Papa Giovanni Paolo
II al limite della sofferenza implorava i medici, che si prodigavano per
prolungargli la vita, di “ lasciarlo andare “ e non era quella una scelta di
comodo!
Non si può parlare di dolore da
parte di chi non lo conosce.
La sentenza ha aperto la strada; chi
vuole la percorra chi invece vuole soffrire pregando e salmodiando sarà sempre
libero di farlo, ma sono assai contento che nel caso avessi bisogno ci sarà
sempre qualcuno che possa interrompere la mia estrema sofferenza ponendo fine
ad una vita che non ha nulla, proprio nulla di dignitoso!
Si deve morire? Ebbene che ciò
accada serenamente e dignitosamente! Dopo tutto e tutti saremo inghiottiti dall’eternità!
Nessun commento:
Posta un commento