DEI DELITTI E DELLE PENE ( secondo me!)
Come reazione emotiva ai delitti
commessi con particolare crudeltà sono stato sempre favorevole alla pena di morte anche perché
sono convinto che le pene debbano essere retributive e non rieducative.
Da Google ALTALEX “Cosa significa
pena retributiva?
Una prima funzione del diritto
penale e della pena in genere è quella cosiddetta afflittiva, o retributiva. Il
diritto penale mira cioè a infliggere una sofferenza al reo, a mò di
retribuzione per il male commesso. E' questa la funzione principale della pena,
che ricorre in tutte le epoche e in tutti gli stati.
Vi sono poi i sostenitori della
pena “ rieducativa “ che mira a reinserire il reo nella società. E qui sono
perfettamente d’accordo nel caso in cui il reato sia così detto di secondo o
terzo grado come ad esempio uno scippo, un delitto contro il patrimonio, contro
l’onore e la libertà individuale. Quando invece si tratta di delitti gravissimi
orrendamente commessi con particolare crudeltà atta a far soffrire la vittima
prima di toglierle la vita, credo che vi sia poco da rieducare. Se vogliamo
essere buonisti fino al parossismo, facciamo pure!
Se io penso alla piccola Elena, a
quel faccino realmente angelico, al momento in cui la “ MADRE “ l’ha infilata
in un sacco nero e l’ha colpita con ben undici coltellate inflitte in ogni
parte del piccolo corpicino fino a causarne la morte che, a detta del medico
legale, non giunse immediatamente credo che una bella condanna RETRIBUTIVA
sia la sola cosa da infliggere alla Medea di turno! Cosa vogliamo rieducare e
poi alla fine della rieducazione vogliamo metterla alla prova se mai affidando
alle sue cure un fratellino della piccola Elena? La pena nel caso dell’assassinio
della piccola Elena deve essere afflittiva! Punto e basta!
Quindi sono più che mai convinto
della pena di morte.
Recentemente, mentre navigavo in
internet cercando qualche ricetta sulla pasta e cavoli mi sono imbattuto, non
cercato, qualche video su youtube che illustrava con dovizie di particolari
alcune esecuzioni capitali a partire da quelle comminate dal Tribunale di
Norimberga alla fine della seconda guerra mondiale, esecuzioni che ho visto per
mera curiosità, cosa che mi ha indicato come frequentatore di questi video che
da allora in poi mi vengono proposti. Era meglio approfondire pasta e
cavolfiori!
Nei pochissimi video che ho visto
ho costatato che la pena di morte sia una inaccettabile sofferenza che inizia
con una lunghissima procedura direi processione che parte dalla cella del condannato
fino alla camera della morte, poi vi è la sistemazione del condannato sulla
sedia elettrica, o camera a gas, o il lettino per l’iniezione letale, la
legatura con cinghie robustissime alle sedie o al lettino e nel caso della
sedia elettrica al morituro viene inviata una prima scarica da 500 volt e successivamente
una seconda da 2.000 volt: la prima dovrebbe causare immediatamente la morte celebrale
e la seconda la distruzione degli organi interni. Non è sempre così e vi è
anche chi sopravvisse alla sedia elettrica. Willie Francis (St. Martinville, 12
gennaio 1929 – Penitenziario di Stato della Louisiana, 9 maggio 1947) è stato
un criminale statunitense, noto per essere stato il primo condannato a morte
che sopravvisse alla pena di esecuzione capitale a mezzo della sedia elettrica.
Poi vi sono state esecuzioni
della durata di otto e perfino 15 minuti di vare scariche prima di eseguire la
pena di morte. Non parliamo poi delle iniezioni letali con gli aghi che devono
introdurre nel corpo del condannato le tre sostanze: il thiopental di sodio che
rende incosciente il prigioniero, il bromuro di pancuronio che provoca la
paralisi muscolare e il cloruro di potassio che ferma il cuore. Se vengono
somministrati livelli insufficienti di thiopental di sodio, l’effetto
anestetico può esaurirsi rapidamente e il detenuto prova un dolore lancinante
fino all’arresto cardiaco.
E che dire poi degli innumerevoli condannati a morte pur innocenti come Sacco e Vanzetti e la lista potrebbe essere lunghissima!
Come si vede la morte non giunge
mai rapidamente e le sofferenze inflitte rendono lo Stato assassino come il reo
condannato. A questo punto sono assertore che la pena di morte così come viene
inflitta sia un’inutile barbarie. Allora come punire il reo di delitti orrendi?
Con la certezza della pena! Ergastolo
sia con fine pena MAI! Se mai introducendo anche i lavori forzati retribuiti
con il minimo sindacale trattenuto dall’amministrazione
penitenziaria a sconto delle spese sostenute per mantenere in vita il condannato!
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