Da un paio di giorni vivo come nella cella della morte in
attesa che il direttore del carcere entri e mi comunichi che il ricorso alla
suprema corte è stato respinto e che un sacerdote i miei cenni attende. Io
aspetto e il direttore altro non è che il medico dell’Ospedale San Giuseppe che
con poche parole mi comunica che mia moglie non è più di questo mondo. Sentenza
assolutamente definitiva!
Scrivo queste poche righe ed i battiti del mio cuore sono
accelerati.
Mia figlia Patrizia mi ha parlato di un abito per vestire la mamma per il suo ultimo viaggio, con Giulia lo abbiamo cercato e abbiamo trovato un involucro contenente tutto l’occorrente per la vestizione che la mamma stessa aveva preparato inserendo anche una sua bellissima foto con dedica: “”RICORDATEMI CON UN SORRISO”” ed il sorriso era veramente bello!
Quanto sei bella
amore mio!!
Motus in fine velocior! Il moto è più veloce verso la fine!
Carissima Annamaria se esiste un colpo di fulmine è stato
proprio quello che mi ha colpito la primissima volta che ti ho vista, avrei
voluto prenderti, rapirti e sparire con te, solo con te. Anni difficilissimi durante il nostro
fidanzamento e tante piccole burrasche dopo. Burrasche di volta in volta
dimenticate con gli abbracci, con le nascite delle nostre figlie, con i viaggi
attorno al mondo. Alla fine siamo stati insieme per oltre 60 anni, una vita
intera durante i quali ci siamo amati e sopportati come capita in tutte le
famiglie quando alla base di tutto vi è un vero amore anche se insidiato da
qualche problemino. Dopo le burrasche il bel tempo si apprezza molto di più ed
a volte siamo grati anche alle burrasche!
Ho avuto il grandissimo privilegio di essere stato il tuo
primo uomo ed è stato un grande regalo che la vita mi ha fatto, ho sfogliato la
rosa apprezzandone il profumo inebriante. Saranno queste le ultime immagini che
si spegneranno nelle mie pupille quando toccherà a me lasciare questo mondo
sperando di raggiungerti presto in una vita
priva di pene e tormenti.
Mi torna in mente una frase di Sant’Agostino: “ Signore non
ti chiedo perché me la togli, ti ringrazio per avermela data!
Sono consapevole che inizierà un periodo breve, ma terribile,
al quale certamente si sopravvivrà anche se i segni saranno difficilissimi da
scomparire!
Vorrei avere la forza o la possibilità di tenere ed
accarezzare la tua mano e sussurrarti la frase che Federica Cappelletti
pronunciò all’amatissimo marito Paolo Rossi in fin di vita: “”vai, lasciati
andare. Hai sofferto troppo. Abbandona questo corpo “ ed io aggiungo: che ti ha
tanto tradito !
Papà,hai commosso anche me. Spero che il Signore le conceda la grazia di soffrire il meno possibile.
RispondiEliminaPatrizia