AMICI VICINI E LONTANI BUONA SERA, E' IL VOSTRO NUNZIO CHE VI PARLA.........
( Bei tempi, vero ? )
Italiani, popolo di santi, poeti e navigatori!
Basta così? Manco per niente! Siamo un popolo di scimmiottatori esterofili
privi, il più delle volte, di autostima. Ho sentito dire che si è tenuto il 71°
Festival della canzone italiana, ma non l’ho visto per non infierire sulla maggior
parte dei partecipanti a vario titolo; una kermesse sproporzionata nei tempi,
nella durata. Molti eroici spettatori sono svenuti dopo tre ore e più di suoni
micidiali. Tutto risiede nell’aggettivazione, definire canzone “ italiana “ ciò
che di italiano non ha nulla. Alcuni esegeti della strombazzata “modernità”
affermano che i tempi cambiano e che ciò che si vede e si sente altro non è che
la fotografia dei tempi moderni. Sono perfettamente d’accordo con questa
analisi, basta però cambiare il titolo della rappresentazione: 71° Festival
musicale. Vi è anche la musica dodecafonica molto apprezzata da altri “
modernisti “ che dovrebbero però assicurare la visita ad un luminare della otorinolaringoiatria.
Oltre ad essere santi navigatori ecc. ecc. siamo anche un popolo di anzianotti
( sperando di continuare ad esserlo, ma considerando la velocità delle
vaccinazioni credo proprio che vi sia una consistente scrematura nella categoria
) ed il Festival è destinato ai giovani che apprezzano i look, le movenze
schizofreniche, i doppi sensi le grida tanto gridate che non si capisce nemmeno
ciò che viene gridato. Il 71° Festival di SanRemo ( meglio così che “ della canzone
italiana “ ) è stato vinto da un gruppo romano denominato Maneskin che in preda
ad una crisi psicomotoria hanno gridato il loro messaggio le cui prime parole
sono queste:
Loro non sanno di che parlo
Voi siete sporchi fra’ di fango
Giallo di siga’ fra le
dita
Lo con la siga’
camminando
Scusami ma ci credo
tanto
Che posso fare questo
salto
Anche se la strada è in
salita
Per questo ora mi sto
allenando
E buonasera signore e
signori
Fuori gli attori
Vi conviene toccarvi i
coglioni
Vi conviene stare zitti
e buoni
Bella canzone “ italiana “
La colpa non è di questi ragazzotti che
invitano a toccarci i coglioni, bensì di coloro i quali hanno ascoltato ed
accettato di inserire questo brano tra quelli che maggiormente avrebbero dovuto
rappresentare la canzone italiana in patria e nel mondo.
Mi piacerebbe fare un festival della canzone
italiana di una volta, un paio di serate alla radio e poi tutti a cantare a
partire dal giorno dopo “ Grazie dei fiori “ e perché no “ Papaveri e papere “
che tuttavia segnò una svolta nella canzone italiana che tuttavia non rinnegò “
Non ho l’età “. Forse vecchiotte, bigotte e ripetitive, ma che non avrebbero
mai richiesto la suddetta visita ad un luminare della “ otorinolaringoiatria “
Quest’anno è andata così, mi preoccupo di cosa
accadrà l’anno venturo…..covid permettendo !
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