COUP DE THÉÂTRE
Vorrei ringraziare Esopo per avermi ispirato queste considerazioni. Partiamo proprio da una favola: La volpe e l’uva!
Per chi ama il latino ecco il testo:
"Vulpes, fame coacta, dulcem uvam de alta vinea pendentem
valde adpetebat. Famelica fera ad rubros racemos summis viribus saliebat sed
uvam appetitam non attingebat. Tum misera vulpes, lassa atque esuriens, a vinea
discedit et verbis superbis dicit: -Nondum matura est, cibum acerbum non
sumam!-"
"La volpe, spinta dalla fame, aveva un grande appetito per
l'uva agrodolce che pendeva dall'alta vite. Un animale selvatico affamato balzò
alle uve rosse con la massima forza, ma non toccò l'uva desiderata. Allora la
disgraziata volpe, stanca e affamata, si allontana dalla vigna e dice con
parole orgogliose: -Non è ancora matura, non prenderò cibo acido-"
La corsa azzoppata al Quirinale in salsa melodrammatica
italiana. Alla fine della vicenda politica (tutto ciò che abbia avuto inizio
avrà ineluttabilmente la sua fine) un certo signore, leggermente attempato e
claudicante, forse cagionevole di salute aveva promesso niente po' po' di meno
alla propria genitrice di raggiungere le più alte vette dell’economia e della
vita pubblica puntando addirittura alla carica di primo cittadino. Questa
persona generosissima con le sue geishe, uscito vincitore da uno slam
giudiziario, inseguito e braccato inutilmente da PM ansiosi nel comminargli una
condanna esemplare aveva, secondo lui ed i suoi amici, le carte in regola per
entrare negli appartamenti una volta papali, poi reali ed ora presidenziali.
Tutti siamo stati col fiato sospeso valutando l’opportunità di una tale scelta;
la matematica non è un’opinione ed i voti inseriti nel pallottoliere non davano
alcuna certezza di vittoria, anzi! Allora è partito il messaggio alle
amichevole folle plaudenti: il presidente sta valutando, sta pensando e presto
ci comunicherà il supremo verdetto, pensa e ripensa, valuta e rivaluta, parla
con la famiglia riunita nell'avito castello, pensando e ripensando ai
desiderata della mamma e delle promesse a lei fatte, il nostro condottiero ha
fatto il “gran rifiuto”!
Mi viene in mente un commento di Emilio Fede allorquando inquadrata
la finestra di Palazzo Chigi, la finestra illuminata del presidente del
consiglio, comunicava al mondo: il presidente sta lavorando! Altro ricordo:"Sorge il sole, canta il gallo, Mussolini è già a cavallo"
Per concorrere ad una così elevata carica bisogna essere
immacolati, integerrimi, e mai e poi mai anche leggermente chiacchierati ed al
nostro condottiero forse mancava qualcosa facendolo apparire a tutti, amici e
nemici assolutamente inadeguato.
Ed allora? L’uva è acerba ed io non voglio mangiare acini
acidi !!
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