PILLOLE DI GOSSIP!
Il mio giudizio è di parte ragion
per cui risente delle preferenze che ho per il melodramma che, secondo il mio
sommesso parere deve rispettare pedissequamente le indicazioni degli autori
delle musiche e dei testi che prescrivono dettagliatamente luoghi ed azioni, e
soggetto ai commenti benvenuti di coloro che dissentono. Che direste voi se La
Divina Commedia fosse ambientata nello Empire State Building di New York in cui
l’Inferno sia situato nei primi 33 piani, il Purgatorio dal 34° al 67° piano ed
infine gli ultimi piani dedicati al Paradiso, laddove la Madonna arrivi se mai in
elicottero dei marines? Giusto per rendere attuale la gigantesca opera
dantesca! Il Macbeth non l’avevo mai visto e non sono in grado di commentarne
la musica ed i cantanti che hanno svolto la loro interpretazione al meglio
anche se con qualche indecisione; sono in grado modestamente di commentare
quello che ho visto. Sinceramente devo dire che il mio interesse è sfumato dopo
il primo atto e lì mi sono fermato. Lasciamo stare il teatro infiorato in modo
sublime e la standing ovation riservato al primo cittadino Sergio Mattarella e
passiamo al primo atto. Ero ben disposto alla visione, ma, forse per i miei
limiti di un più che ottuagenario melomane conservatore, non ho capito chi fossero i personaggi
probabilmente illustrati sommariamente. Il solo personaggio che ho visto è
stato il re mingherlino che si aggirava con una corona ferrea sul capo ed in
abiti da extracomunitario! L’opera inizia con un’auto a fari accesi che non si
è capito da dove veniva e dove voleva andare. Scendono due personaggi
che, dal momento che l’azione era ambientata negli anni novanta, avrebbero
dovuto tenere in mano un fucile automatico Kalashnikov al posto di due spadoni
reduci dalla prima crociata! Le comparse si muovevano come marionette restando
per alcuni secondi immobili con braccia e gambe sollevate, come se fossero
marionette il cui burattinaio avesse perso i fili! Un via vai insopportabile,
azioni semplicissime complicate al massimo, movimenti assurdi e continui che
hanno polarizzato la mia visione a scapito della musica. Tutto questo grazie
alla quarta regia scaligera di Davide Livermore che ne ha assunto la
paternità. Questa notte ho sognato che
dicevo ad uno sconosciuto interlocutore che Davide oltre ad aver assunto la
regia avesse assunto anche qualche sostanza allucinogena. Dei sogni non si è
responsabili e certamente Davide è un artista ed all’artista si riconosce tutto
il genio immaginifico. Vi è poi in scena un ascensore che accoglie i cantanti
singolarmente o in coppia, ma questo semovente parte e non arriva a nessun
piano, sale e scende come se si fosse fermato tra due piani mentre i vigili del
fuoco manovrano per riportarlo ad un piano liberando i costretti! Tutti i
movimenti esagerati nel numero dei podisti e dei continui percorsi mi hanno
fatto venire in mente un ordine della Marina del Regno delle Due Sicilie
allorquando il sovrano rendeva visita alla nave militare. Lo trascrivo in “
lingua “ napoletana e poi lo traduco per..... gli stranieri!!!
tutti chilli che stanno a prora vann' a poppa
e chilli che stann' a poppa vann' a prora:
chilli che stann' a dritta vann'
a sinistra
e chilli che stanno a sinistra
vann' a dritta:
tutti chilli che stanno abbascio
vann' ncoppa
e chilli che stanno ncoppa vann'
bascio
passann' tutti p'o stesso
pertuso:
chi nun tene nient' a ffà, s' aremeni a 'cca e a 'll à".
TRADUZIONE
All'ordine Facite Ammuina,
tutti coloro che stanno a prua vadano a
poppa
e quelli a poppa vadano a prua;
quelli a dritta vadano a sinistra
e quelli a sinistra vadano a dritta;
tutti quelli sottocoperta salgano sul ponte,
e quelli sul ponte scendano sottocoperta,
passando tutti per lo stesso boccaporto;
chi non ha niente da fare, si dia da fare qua e là.
Probabilmente è un falso, ma è piacevole leggerlo!
A questo punto ho
cambiato canale e sono andato da Jerry Scotti ed alla sua Caduta Libera.
Ovviamente oggi ascolterò l’opera senza allucinogeni visivi. Amen!
PS. Pensavo di esser solo, ma qualcuno la pensa come me. Dal Corriere della Sera:
Anche l’ex sovrintendente Carlo
Fontana non è del tutto convinto, nemmeno sulla Netrebko; per Fedele
Confalonieri, già presidente della Filarmonica, «c’è troppo in scena: Macbeth è
un dramma interiore, a me non piace tutto questo macchinario, l’ascensore». A
Stefano Boeri, presidente della Triennale, non convince la scenografia, «non è
di mio gusto».
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