L'ASSASSINIO DI LUCA SACCHI A ROMA
Luca Sacchi e Anastasiya Kylemnyk
erano una coppia bellissima e felice poi…… è scoppiato il temporale con tuoni
fulmini e saette.
Ci sono tantissime cose da chiarire
e questo sarà compito della magistratura dapprima inquirente e successivamente giudicante;
quello che mi ha colpito e che per me incomprensibili sono alcuni fatti che
vorrei analizzare.
Come fa una ragazza, ripeto molto
bella e con un faccino angelico, che fa la babysitter, frequenta palestra e
raramente sfila ad avere uno zainetto zeppo di banconote arrotolate da 20 e 50
euro? C’è qualcuno di noi che va in giro munito di tanti soldini? Questo denaro
serviva per comperare droga e non certo caramelle e forse, dico forse era già
frutto di vecchie compravendite di sostanze. Sorvoliamo sul rito dello scambio
denaro-droga degno di già vissute procedure !
La ragazza sul momento racconta di
essere stata colpita da una mazza di baseball, di essere svenuta ed al suo
risveglio – senza aver potuto assistere ad ogni altra scena – ha visto il suo
Luca a terra in un lago di sangue. Il fatto stranissimo è che le impronte delle
mazzate erano sul capo e sulle braccia di Luca e non sulla nuca e sulle braccia
di Anastasiya.
Per ora tutto lo scenario è
assolutamente nebuloso e non vedo l’ora che si alzi il sipario per assegnare ad
ogni attore la sua vera parte in commedia. E non manca molto!
Un altro episodio che mi ha colpito
è stato quello della conferenza stampa di Alfonso, padre di Luca che l’ ha
convocata presso il salone dell’Appia Park Hotel, conferenza alla quale avrebbe
dovuto prender parte anche la madre del povero Luca.
A che pro questa conferenza? Le
conferenze stampa si fanno per chiarire progetti, soluzioni ed ogni genere di
attività. Mai e poi mai si è assistito ad una conferenza stampa per comunicare
il proprio immenso dolore per la tragica morte di un figlio tanto caro e bravo.
Ho pensato a come mi sarei
comportato io se questa tragedia fosse capitata ad una mia figlia. Mi sarei
chiuso in un dolore sordo ad ogni manifestazione di vicinanza, chiuso in una
stanza rifiutando anche il cibo al quale mi sarei accostato soltanto dopo un
paio di giorni. Il lutto va metabolizzato e men che mai esibito in una
estemporanea conferenza stampa. Non so se questa conferenza sia stata scelta
per inviare messaggi subliminali a chi deve intendere, io non l’ho seguita se non
per piccolissimi flash.
Ho sempre “ odiato “ le domande
fatte da cronisti a sopravvissuti alla morte tragica di un figlio tipo: quando
ha sentito suo figlio l’ultima volta? Che ragazzo era suo figlio? Cosa ricorda
di lui? Può perdonare il suo assassino?
Le risposte sarebbero state tutte a
monosillabi e non enunciate con lunghissimi e dolorosissimi particolari. Almeno
io mi sarei comportato così! Nessunissima conferenza stampa anche perché, con
tutto il rispetto, Alfonso Sacchi padre di Luca, non era un personaggio pubblico
la cui conferenza stampa sarebbe stata comprensibile per raccontare un
accadimento nel quale sono presenti più ombre che luci.
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