VIVA LA LIRICA FUORI DAL MANICOMIO !
Le rivisitazioni e le nuove
ambientazioni operistiche tengono banco ed a mio sommesso avviso anziché
conquistare nuovi melomani fanno rimpiangere la chiusura anzitempo dei
manicomi.
Chi ha avuto la grazia di vedere le
opere liriche nei principali teatri, con direttori d’orchestra e registi sani
di mente non possono che inorridire nel vedere quanta pazzia alberga nelle
menti dei registi emergenti sconvolte forse in preda di qualche sostanza
allucinogena.
Pensereste mai di vedere la Divina
Commedia di Dante Alighieri ambientata diciamo così nella Cambogia dei Kmeri
Rossi per l’Inferno, nell’India misteriosa per il Purgatorio e a Montecarlo per
il Paradiso? Ed allora perché stravolgere le indicazioni puntuali e
dettagliatissime dei librettisti? Per quale motivo ambientare la commovente
storia di Cho Cho San in un postribolo zeppo di prostitute? Perché ambientare
la Tosca in una caserma delle SS tedesche? Oltre alla conclamata pazzia del
regista occorre avere anche una spiccata deleteria immaginazione! Cosa mai potranno
apprezzare le nuove generazioni di questa eccellenza italiana che è l’opera
lirica? Vedono ciò che noi giovincelli vedevamo sulla rivista Postalmarket che nei suoi cataloghi mettevano in bella
mostra donnine nude!
Ieri ho intravisto un paio di “ quadri
“ dell’opera L’Amico Friz di Donizetti in
cui il venditore di una pozione miracolosa non la presentava in una piazza sul
suo carretto ma credo in una spiaggia, in pantaloncini e maglietta. Mentre
guardavo sconvolto, il tenore addirittura si calava le braghe mettendo in bella
mostra una variopinta mutanda con un primo piano che vi lascio immaginare. Oh
Dio niente di che, ma qualcosa si intravedeva. Mentre il nostro smutandato
cantava alcune donzelle – sempre in spiaggia – emergevano giulive da una nuvola
di bagno schiuma !
"Uno..due...tre...ciapal c'al gh'é"
Eccolo qua !
Non ho retto allo sconforto ed ho cambiato canale !
Ora ho saputo che il regista
Giorgio Barberio Corsetti direttore del Teatro di Roma porta la Cavalleria
Rusticana a Matera tra i sassi. Ebbene “ egli “ trae spunto dalla marea dei sentimenti
e del tradimento nell’opera di Mascagni per illustrare al pubblico gaudente
tutti i vizi capitali. Beh se si trattasse di “gola “ di “invidia “ di “
accidia “ transeat, ma quando si parla di lussuria allora il gioco si fa duro e
ci si potrebbe collegare con un privé, un postribolo svizzero ( appena aperto
nei pressi del confine italiano ) e farci deliziare!!!!
Vi è un’altra considerazione da
fare. Alcuni film sono vietati ai minori ed il buon padre di famiglia si
asterrà dal condurvi il figlioletto decenne, ma le opere liriche non prevedono
divieti di tal guisa perciò il buon padre si farà un vanto nel portare il
figlioletto a vedere la Cavalleria Rusticana per fargli apprezzare la bella
musica che, come diceva mio nonno, accarezza l’orecchio ed educa il cuore.
Ebbene quando appare sul palcoscenico il quadretto dedicato alla lussuria il
figlioletto potrebbe chieder al padre: papà che stanno facendo quelle persone
che si dimenano l’una sull’altra? Ed il buon padre se avesse pronta una risposta
potrebbe dire nulla, Beniamino, stanno giocando al dottore o meglio stanno
eseguendo la lotta greco romana !
Nei progetti del notissimo regista
direttore del Teatro di Roma e insignito di chissà quali altri titoli
accademici, l’opera non si svolge sul palcoscenico come tutte le
rappresentazioni teatrali, ma i cantanti avranno a disposizione una passerella
per andare tra il pubblico e lanciare qualche acuto nelle orecchie degli
spettatori che ovviamente, se appartengono a qualche partito progressista,
applaudiranno con grande convinzione partigiana !
Una volta, tanto tempo fa, spinto
dal mio direttore di banca andai alla Scala per vedere un’ opera demenziale (
ma lo sospettavo ) che si chiamava Donnerstag Licht ( Giovedì di luce ) di Karlheinz Stockhausen. Una cacata
esponenziale ( scusatemi il francesismo ) Ricordo che il tenore si portò sul
limite del palcoscenico e faceva finta di cantare a squarciagola. Ebbene? Il
pubblico applaudì freneticamente. Io mi scompisciavo dalle risate. Una donna
plaudente venne a sedersi accanto a me e mi riproverò per le mie irrefrenabili
risate. Io risposi che prima di giudicare volevo vedere dove eravamo caduti in
basso chiedendole se mai avesse voluto fare il paragone con un altro musicista
tedesco un certo Ludwig van Beethoven e lei candida candida mi chiese chi fosse
mai questo Beethoven!!!!!!
Infine mi son sempre chiesto che
differenza faccia un’azione tratta dalla mente di un povero pazzo ignorante ed
un regista innovatore pazzo anche lui? Il pazzo clinico si può ovviamente
scusare chiedendo poi il suo perdono per
averlo coinvolto in queste diatribe, il pazzo che vende a caro prezzo la sua
pazzia tra gli osanna dei……..progressisti mi fa solo pena e chissà quanti soldi
vanno e vengono e chissà dove si posano!
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