SERGIO MARCHIONNE
Parce sepulto, ovvero perdona chi è
morto, ovvero è inutile continuare ad odiare dopo la morte.
Purtroppo per lui e per i suoi cari
Sergio Marchionne ha imboccato il viale del tramonto, il viale del viaggio
senza ritorno. Franzo Grande Stevens in un' accorata lettera al Corriere della
Sera ha scritto che Sergio Marchionne è rimasto vittima delle sigarette che accendendole
in continuazione le accoglieva con la frase “ queste mi portano alla morte “
forse per esorcizzarla, ma sta di fatto che la sua patologia della quale è
vittima è proprio quella del cancro ai polmoni in zona apicale, vicinissimo
alla aorta e proprio per questo inoperabile o difficilmente operabile a causa
degli elevati rischi durante e dopo l’intervento chirurgico. Una statistica
pubblicata oggi racconta che 8 casi su dieci di tumore ai polmoni è causato dal
fumo di sigaretta, anche passivo.
Ma non è su questo che voglio
soffermarmi quanto su come la storia personale, manageriale e clinica di Sergio
Marchionne è stata raccontata.
Molti i peana a lui dedicati, ma
anche qualche voce fuori dal coro che ha illustrato gli aspetti negativi dell’uomo
e del grande indiscutibile manager. La sua dedizione al lavoro, le notti
insonni per identificare le strategie più opportune, il pretendere il massimo
possibile da tutti senza alcuna distinzione e pretenderlo anche con modi
decisamente rudi sono tutte le qualità essenziali dell’uomo. Ha salvato la Fiat
azzerando si suoi debiti, la lascia, sia pure con un altro nome, dieci volte più
forte di quanto l’abbia trovata e sono proprio questi i risultati che contano
di un manager facendolo diventare un grande manager.
Ovviamente poi ci sono i problemi
organizzativi di carattere fiscale, vale a dire lo spostamento della sede
fiscale di Fca (nata appunto dal “matrimonio” tra Fiat e Chrysler) in Gran
Bretagna, la Exor, la finanziaria di famiglia, in Olanda, so allo scopo di
pagare meno tasse.
In ogni caso una azienda grande
come la FCA non è un ente assistenziale e lo scopo da raggiungere – e raggiunto
– è quello di assicurare la massima remunerazione al capitale. Dà fastidio ma è
così!
Nel momento della sofferenza dei
propri cari non è accettabile che si prendano posizioni contro l’uomo ed il
manager mentre è in fin di vita. La correttezza professionale richiederebbe un
discreto silenzio e successivamente un equidistante commento sulle doti
personali e professionali dell’uomo e poi, ancor più distanziate nel tempo, le
considerazioni molto vicine alla realtà per far comprendere tutto il bene ed il
male che hanno accompagnato la vita di una persona di indiscutibile valore.
Quando un tale personaggio si
appresta a lasciare questa “valle di lacrime” i giornali tutti hanno pronti gli
articoli celebrativi e denigrativi, i così detti coccodrilli, pronti ad essere
pubblicati con la velocità come quella dei centometristi allo sparo dello
starter. In questi giorni si sta esagerando e tutti gli articoli di stampa
parlano di un uomo già morto!!.....l’anima del commercio!!!!!
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