POVERA ROBERTA RAGUSA!
Non sono un avvocato conoscitore
dei codici, sono un comunissimo uomo della strada che, seguendo le trasmissioni
televisive e leggendo i giornali si è fatta la convinzione che Antonio Logli,
marito fedifrago della povera Roberta Ragusa fosse gravemente implicato nella
scomparsa e nell’uccisione della moglie.
Evito di indicare i più
importanti indizi e riporto fedelmente le dichiarazioni del Pubblico ministero
e della Procura:
IL PM: E' UN BUGIARDO PATENTATO
Antonio Logli «è un bugiardo patentato»:
LA PROCURA: INDIZI GRAVI «Ci sono
indizi gravi, precisi e concordanti: secondo noi Antonio Logli deve essere
processato per omicidio volontario e distruzione di cadavere»
L'imputato - ha spiegato il
procuratore facente funzioni di Pisa - si è tolto di mezzo una persona scomoda
nel momento in cui ha capito che una separazione gli avrebbe fatto perdere
tutto: la casa coniugale, i soldi, i figli e forse anche il lavoro. È in questo
contesto che è maturato l'omicidio e questo è quello che ho spiegato al GUP»
Prima della pronuncia del GUP ho
ascoltato anche la dichiarazione di uno psicologo che tratteggiava il
comportamento del Logli compatibile per la commissione del delitto.
Quando ti aspetti che almeno il Logli
fosse rinviato in giudizio per il dibattimento, dal quale per altro avrebbe
potuto anche essere scagionato, con una
insoluta sicumera il GUP Giuseppe Laghezza emette uno sconcertante provvedimento
di non luogo a procedere.
Secondo il GUP Logli è innocente,
la moglie è in gita turistica alle Maldive e tutti potranno vivere felici e
contenti.
Alle tonnellate di dubbi, di
indizi gravi, precisi e concordanti si contrappone la ferrea convinzione di
innocenza da parte del GUP. A casa senza nemmeno discutere! Allora mi domando
sono fuori strada il PM, il GIP e la Procura oppure è il GUP che ha preso una
cantonata? In ogni caso la magistratura ha dato ancora una volta dimostrazione
di controverse decisioni.
Solo un marito che sa benissimo
che la moglie non farà più ritorno può accogliere immediatamente in casa la sua
amante in carica da più di sei anni. Sarebbe bastato solo questa considerazione
non dico a condannare il Logli, ma a spedirlo dinanzi alla Corte di Assise. Ma
questo è solo un pensierino di un modestissimo uomo della strada. Non sempre è
indispensabile rintracciare il corpo della vittima per celebrare un processo,
basti pensare agli innumerevoli casi di lupara bianca ed alle relative
condanne. In questi casi, come è stato più volte affermato, è stato sufficiente che gli indizi fossero
gravi, precisi e concordanti uniti ovviamente anche alle attendibili testimonianze.
In ogni caso è possibile una
revoca della sentenza di non luogo a procedere allorquando si scoprono nuove
fonti di prova che, da sole o unitamente a quelle già acquisite, possono
determinare il rinvio a giudizio. Speriamo !
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