I GIORNI DELLA MEMORIA
Il prossimo 27 gennaio si celebrerà la Giornata del Ricordo
per non dimenticare le orribili morti causate dal nazismo e dalla pazzia quasi
clinica di Adolf Hitler e dei suoi generali. Non ci sono le parole adatte per
commentare un genocidio crudele, insensato e terribile. Le povere vittime di
ogni età, di ogni etnia, di ogni estrazione sociale hanno incontrato la morte
tra atroci ed inenarrabili sofferenze causate dalle camere a gas – dove si
moriva dopo lunghissima e dolorosissima agonia – dalla fame, dal freddo e dagli
stenti. Nessunissima pietà nemmeno per bimbi in tenera età. Non riesco ancora
oggi a pensare che un popolo che annoverava filosofi, scrittori, psicologi e
musicisti di eccelso valore abbia potuto fare crescere dei carnefici di tale
malvagità che non definisco bestiale per non offendere cani, gatti e simili
creature. Dopo i massacri i carnefici tornavano a casa, abbracciavano moglie e
figli la cui età e fisicità erano perfettamente sovrapponibili alle povere
vittime atrocemente assassinate. Si sedevano a tavola e discorrendo del più e
del meno consumavano pasti deliziosi innaffiati con birre del Terzo Reich, andavano
a rannicchiarsi nel caldo talamo nuziale rimettendo la sveglia per il giorno
dopo per riprendere la mattanza.
Per fare tutto ciò occorre avere nel DNA quello dei più
feroci barbari della storia. Hanno voglia a raccontarci i tedeschi che non
hanno nulla a che fare con i loro fratelli assassini e carnefici, a dirci che
di queste mattanze non ne sapevano nulla. Nella peggiore delle ipotesi sapevano
e tacevano per non fare la stessa fine delle povere innocenti vittime favorita
anche dalla delazione dei propri famigliari. In ogni caso un popolo esemplarmente
micidiale.
Va bene allora ricordare non tanto perché questo non accada
più, come in genere si suol dire. Non esiste certezza matematica di questo
assunto, arriverà sempre un satana in qualche parte del mondo che per motivi
economici, etnici o religiosi mette mano al coltello o al mitra per compiere la
stessa orribile mattanza.
La domanda che mi pongo è questa: come mai non ricordiamo se
non proprio il 27 gennaio, ma il 28, il 29 o il 30 e perché no il 31 gennaio di
ogni anno i morti dei regimi comunisti maggiori? Vi paiono pochi 20 milioni di
morti dell’Unione Sovietica, o i 65 milioni di morti della Cina?
Capisco bene che in guerra purtroppo è inutile contare i morti
ed il modo con cui la morte è data, si sa
“”à la guerre comme à la guerre””ma quando la mattanza si pratica su
civili, donne, bambini e vecchi si commette un delitto che grida vendetta a Dio
e che meriterebbe essere ricordato dal momento che la mente umana tende a
cancellare, aiutata dal tempo, ciò che le ripugna.
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