Il pelo nell’uovo!
La prima dell’Andrea Chénier alla Scala è
stato un successo sottolineato da undici minuti di applausi però a mio
modestissimo avviso ci sono state alcune sbavature e forzature. Nulla da
eccepire sull’orchestra e sulla magistrale direzione del maestro Riccardo Chailly.
Qualche perplessità l’ho avuta per la regia di Mario Martone. All’alzarsi del
sipario mi è sembrato di essere alla rappresentazione della Bella Addormentata
nel Bosco ( Bosco non Boschi Maria Elena ovunque presente ma entrata dalla
porta di servizio ). Una scena surreale che voleva significare che……… Ok, ma si
dà il caso che nel libretto la scena inziale è descritta nei minimi particolari
che non richiedono modifiche…oniriche!
E qui addirittura Gerard fa cappottare
il nobile ingessato come una statua!
Gerard è ancora al servizio della
Contessa de Coigny e non può prendersi questa libertà!
Le scene che sembravano eccezionali
si sono rivelate modeste e l’enorme quantità di comparse le ha ridimensionate
vieppiù. Gli specchi molto grandi riflettevano le immagini della sala, ma anche
le figure dei poveracci che fuori dalla residenza nobiliare deridevano i nobili
danzanti. Specchi double face!
Mentre le folle si radunano sullo
sfondo si notava una processione di….. vigili urbani ( absit iniura verbis ) recanti bene in vista le
teste mozzate dei ghigliottinati. A che pro? I condannati venivano
legati ad un asse di legno che veniva poi fatta slittare portando il capo del
morituro nell’apposita feritoia in attesa della lama che quando scendeva faceva
cadere la testa nella cesta adatta alla bisogna. Si può immaginare un ravanare
nel cestone per prendere il capo del ghigliottinato e portarlo in processione?
Quando la scena prevede l’arrivo
delle masse rivoluzionarie si notano in primo piano giovanetti danzanti e
bambinetti che giocano molto bene alla morra. Tutto questo in un clima di
terrore.!!??
Mi sembra una scena adatta ad una visita alla trattoria sotto casa !
I costumi sono stati sontuosi e veritieri, costumi da dieci e lode!
I protagonisti Yusif Eyvazov e Anna
Netrebk sono stati all’altezza della
loro fama specialmente il soprano. Il protagonista, anche marito della
protagonista, non è stato il signor Netrebk e si è esibito con onore anche se
devo sinceramente dire che negli acuti dà il meglio di sé, negli altri registri
ho avuto qualche perplessità. Ho notato anche la sua unica espressione del
volto ed il camicione viola indossato prima di essere decapitato me lo ha fatto
somigliare più a Canio dei Pagliacci ( altra opera del verismo ).Nulla da dire
sull’interpretazione di Luca Salsi – Gerard.
Ricorro all’aritmetica per dire che
la votazione che assegno all’opera di Giordano ( ricordiamo che venne scritta
dal foggiano quando era un giovanotto di
29 anni!) è di 8,30! Se vi è qualche…..dissenziente vorrei tanto che ascoltasse
la stessa opera interpretata da Franco Corelli, Piero Cappuccilli, Celestina Casapietra,
Orchestra della RAI direttore Bruno Bartoletti edizione del 1973.
Comunque Viva Milano ora e sempre !
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