ANCORA SULLA MORTE DELLA POVERA BRITTANY MAYNARD
Il «ministro» vaticano della
bioetica monsignor CARRASCO DE PAULA ha detto tra
l’altro a proposito del suicidio assistito di Brittany Maynard :
“”Ma riflettiamo - ha aggiunto -
sul fatto che se un giorno si portasse a termine il progetto per cui tutti i
malati si tolgono la vita, questi sarebbero abbandonati completamente: il
pericolo è incombente perché la società non vuole pagare i costi della malattia
e questa rischia di divenire la soluzione».
Il prelato credo abbia confuso……la
storia con la geografia !!!
Dice che se tutti i malati si tolgono la vita ecc.
ecc. A quali malati si riferiva? A coloro che soffrono di un mal di gola? Hanno
la stipsi ? E navigando tra le parti basse, hanno le emorroidi?
Si tratta di ammalati che non
rispondono più al benchè minimo stimolo vitale, che non si alimentano, che
respirano attaccati ad una serie di tubi e tubicini, che hanno soltanto il
controllo degli occhi, che non sono in grado di urinare e non
mi fate approfondire il resto ! Questi sono gli ammalati che possono
scegliere fin quando lo possono di interrompere una vita che è fatta solo di un
respiro a volte anche problematico !
Dice ancora il prelato: il
pericolo è incombente perché la società non vuole pagare i costi della malattia
e questa rischia di divenire la soluzione». Cosa pensa che il sindaco di un
paese possa imporre il suicidio assistito ad un ammalato giusto appunto per non
spendere altri soldi specie in un periodo di crisi? Se non lo fa il sindaco è
pensabile che parta una circolare dal Ministero della Salute?
Il prelato aggiunge: «Suicidarsi
è dire no alla propria vita»«Questa donna - lo ha fatto pensando di morire
dignitosamente, ma è qui l’errore, suicidarsi non è una cosa buona, è una cosa
cattiva perché è dire no alla propria vita e a tutto ciò che significa rispetto
alla nostra missione nel mondo e verso le persone che si hanno vicino».
Caro Ministro della bioetica
vaticana ha mai visto morire una persona malata di SLA? Io si! Paralizzata completamente, poteva solo parlare, ma aveva necessità di farsi infilare una cannula
nei polmoni per svuotarli dai liquidi che ne occupavano la base. Aveva bisogno
di scacciare una mosca fastidiosa che si poggiava sul naso e tentava di entrare
nelle narici, aveva bisogno di grattarsi la schiena, aveva un buco nella pancia
per permettere la nutrizione enterale.
Gridava col poco fiato che aveva in gola di voler morire, piangeva e pregava.
Caro prelato è questa la dignità
che vuole riservare al malato terminale?
Non ha fatto meglio Brittany
Maynard a lasciare questo mondo serenamente tra le mura domestiche, con l’affetto
dei suoi cari che le hanno chiuso gli occhi che non si spensero sbarrati tra
atroci sofferenze?
Poi mi potrà dire che la povera Maynard
avendo posto fine alla sua esistenza non potrà essere accolta nell’eterna pace,
che non potrà essere posta al cospetto di Dio e che vagherà nei gironi
infernali. Può anche starci. Sono però convinto che l’Onnipotente possa avere
misericordia verso una creatura che non ha saputo affrontare fino in fondo l’atroce
esperienza che la malattia certamente le avrebbe assegnato.
Lei caro ministro della bioetica
vaticana non avrebbe mai dovuto parlare dell’indegnità della morte della povera
Maynard.
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