LA GERMANIA ABITUATA A STRAVINCERE ED UMILIARE
Oggi mi sento depresso per via
della batosta umiliante inflitta dalla Germania al Brasile. La Germania ha
disatteso anche lo stile e la magnanimità che i veri campioni devono avere per
non umiliare un avversario glorioso depotenziato per l’assenza
di due giocatori importantissimi, uno per un grave infortunio ed un altro per
squalifica.
Il mondo, a mio avviso, tifava per
il Brasile mal sopportando il primo posto conquistato dai teutonici in tutti i
campi, politici, economici e sportivi. Quando è troppo è troppo e non se ne può più!
La conquista dei primi posti in
ogni dove, pur se meritata, rode il primitivo apprezzamento per un paese che ha
saputo risalire la china abissale nella quale era precipitato durante la
seconda guerra mondiale.
Si dice che in guerra ed in amore
tutto è permesso, ma quello che hanno fatto i tedeschi ( non tutti è vero )
supera ogni aberrante immaginazione. Mi chiedo cosa mai sarebbe accaduto se le
loro atrocità fossero state compiute da noi italiani, mafiosi e 'ndranghetisti.
L’Europa si sveglia al mattino e
guarda a Berlino, porge l’orecchio all’ascolto di ciò che diranno Wolfgang
Schäuble - Ministro Federale delle Finanze ed il governatore della Bundesbank
Jens Weidmann per non parlare di Angela Merkel. L’Europa è la Germania ed il
resto sono solo dei lander posti sotto l’egemonia teutonica. Due o tre paesi del
nord dettano legge sui restanti paesi specialmente quelli del sud. Noi sudisti
abbiamo colpe terribili per aver creato uno spropositato debito pubblico fatto soltanto per
assicurare il consenso ai partiti dominanti che se ne fregarono completamente dell'interesse nazionale. Oggi, nonostante la crisi economica mondiale siamo il paese che in
Europa ha il più alto avanzo primario e siamo anche il paese che é ancora largamente al di sotto di quel maledetto 3% nato a Maastricht da padre francese
( leggasi Mitterand ). Nel 2003 la Germania sforò ogni parametro ( chi mai
avrebbe potuto impedirglielo e condannarla alle sanzioni?) ma fece le
cosiddette riforme volute ed attuate dal cancelliere Gerhard Schröder. Quelle
riforme che costarono la testa del cancelliere furono la salvezza della
Germania, ma furono largamente impopolari ed impensabili che avrebbero potuto
prendere piede in Italia. Colpirono violentemente le tasche dei tedeschi che
abituati ad obbedir tacendo accettarono obtorto collo. Niente tredicesima
mensilità, salari mini job. Ci sono oggi sette milioni di tedeschi con salario
basso, però la disoccupazione è al 5,4 %. Proviamo ad immaginare se ai
lavoratori italiani si dicesse via la tredicesima mensilità e salari bassi solo
per i nuovi assunti?
Detto questo però il discorso deve
essere impostato sul fatto che siamo una comunità ( Comunità Europea ) e che
per stare insieme si devono avere politiche fiscali, economiche comuni e che i
debiti dei singoli stati devono essere garantiti dall’Europa anche ipotecando
beni nazionali. Se ciò accadesse noi saremmo fuori dai nostri problemi ed anche
l’Europa ne sarebbe felice, tranne la Germania che perderebbe l’egemonia sul
resto dei paesi.
Noi dobbiamo fare le riforme e
credo che tutto sommato qualcosa si sta muovendo, ma come è possibile subire i
diktat tedeschi quando il popolo italiano è più ricco di quello tedesco e dei
suoi vicini di casa del nord? Il patrimonio personale e dello Stato è quattro volte
più grande del debito pubblico. Ed allora? Non si vuole aiutare un paese come
l’Italia per continuare a fare i propri interessi.
La Germania ci è sempre stata nemica
dai tempi della prima guerra mondiale, per non parlare poi della seconda
guerra mondiale con l’abbraccio mortale di Mussolini ad Hitler. Alla fine della
guerra la Germania era divisa in quattro parti ( e lì doveva restare ) ed anche
in questa occasione la Germania prosperò con i mercati dell’Est. La Germania
divisa e poi riunita per tre quarti, non riconobbe mai la Germania dell’Est
come un Stato sovrano per cui il suo commercio con i fratelli dell'Est era considerato interno, ma era la
maniera per fare affari con l’Unione
Sovietica ed i suoi satelliti. Agli altri paesi del mondo libero non era
concesso.
Poi arriviamo alla unificazione
della Germania con il cambio demenziale uno ad uno col marco dell’Est che
valeva un sesto di quello della Germania dell’Ovest. E dove sono stati presi i capitali
per fare una tale mostruosa operazione? Sui mercati finanziari mondiali cosa
questa che ha provocato l’aumento dei tassi di interesse che hanno strozzato
gli altri paesi notoriamente prenditori.
Vogliamo pensare a quanta
speculazione venne fatta con quel concambio? Chi aveva un quintale di marchi
dell’Est si trovò ad averne uno di marchi dell’Ovest e sestuplicò la sua ricchezza!!
Oggi noi siamo uno dei paesi maggiormente contributori e incassiamo molto meno di quanto paghiamo. Si è stimato che il
nostro contributo in una decina di anni sia stato di oltre quaranta miliardi di
euro che se fossimo fuori dall’euro sarebbero rimasti nella nostra
disponibilità. Non possiamo permettere che politici di alto rango europei ci
sbertuccino e ci umilino. Noi dobbiamo essere decisi e determinati a non farci
mettere i piedi in faccia. Abbiamo anche la possibilità di usare il diritto di
veto, insomma i nostri fratellastri europei devono temere anche la dissoluzione
dell’euro.
L’euro è stato costruito
esattamente sul marco tedesco. La Germania ha fatto in modo che paesi deboli
come la Grecia, la Spagna, l’Irlanda, l’Italia e compagnia cantante entrassero
nell’euro per avere un tasso di cambio
elevatissimo per le economie dei paesi deboli, ma bassissimo per la Germania e
soci che possono contare sul tasso di cambio favorevolissimo che protegge ed
incentiva le loro esportazioni. Credo quindi che un salutare “ tirar la corda “
faccia bene un po’ a tutti. Fuori dall’euro la Germania avrebbe un tasso di
cambio più alto del 20 – 25% cosa questa che ridurrebbe proporzionalmente il
suo surplus commerciale, mandandola in crisi. A chi venderebbe i suoi prodotti rincarati del 25%?
E’ lontanissimo il tempo in cui Klemens
von Metternich disse di noi:
“La parola Italia è una espressione
geografica, una qualificazione che riguarda la lingua, ma che non ha il valore
politico che gli sforzi degli ideologi rivoluzionari tendono ad imprimerle “.
Dobbiamo evidenziare con forza e
decisione le nostre eccellenze che, anche in un mare di problemi, pur sempre ci
sono, fare la voce grossa e trattare i primi della classe da pari a pari se vogliamo restare uniti
altrimenti ognun per se e Dio per tutti!
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